(ANSA) - ROMA, 24 GEN - La burocrazia per l'assegnazione
degli appalti pubblici è come una montagna da scalare: "per le
piccole imprese è sempre un Everest da raggiungere". Così
Giuseppe Cascone, vicepresidente nazionale Cna, aprendo la
presentazione del IV Rapporto 'Osservatorio Burocrazia Cna',
racconta le difficoltà delle piccole imprese.
Secondo il rapporto, il valore monetario complessivo del
mercato degli appalti pubblici in Italia ha sfiorato i 200
miliardi di euro nel 2021. Una crescita vertiginosa: nel 2016 si
fermava poco oltre i 100 miliardi. Ma il costante aumento,
rileva Cna, "non ha modificato la sostanza del mercato".
Permangono le "gravi difficoltà nella partecipazione delle
piccole imprese alle procedure di gara, prima di tutto a causa
dell'incremento dei volumi dei bandi nelle classi d'importo
maggiore, che automaticamente emargina le piccole imprese,
accrescendo il fenomeno dei sub-appalti perché solo in rari casi
le imprese aggiudicatarie sono poi in grado di realizzare i
lavori".
Come dice Mario Pagani, responsabile dipartimento Politiche
Industriali Cna, "solo il 5%" dei 200 miliardi di appalti
pubblici assegnati, va alle piccole imprese. Nel 2021 questo
mercato si è concentrato per oltre due terzi del totale su bandi
di importo superiore ai cinque milioni, con la fetta più ampia
addirittura sopra i 25 milioni. Analizzando le classi d'importo
delle gare bandite nel 2021, le micro imprese (che rappresentano
oltre il 96 per cento delle imprese italiane) possono
potenzialmente accedere solo al 17% del mercato degli appalti
pubblici ma la quota che riescono effettivamente ad aggiudicarsi
fatica a superare il 5% del valore complessivo di questo
mercato. (ANSA).