(ANSA) - CAGLIARI, 02 MAR - Cagliari è la seconda città più
competitiva del Mezzogiorno, ma mostra un gap enorme rispetto
agli standard dei territori più competitivi del centro-nord e
del resto d'Europa, specialmente in termini di vivacità e
crescita economica. Le province di Nuoro, Oristano e Sud
Sardegna, invece, sono fanalino di coda del Paese e si collocano
agli ultimi posti anche rispetto alle realtà più problematiche
del sud Italia.
È quanto emerge dall'ultimo report del Centro Studi della Cna
Sardegna che registra un preoccupante divario territoriale
all'interno della Sardegna. Negli ultimi decenni l'economia
dell'Isola ha faticato a mantenere livelli di crescita
competitivi, persino nell'asfittico panorama regionale italiano.
Tra i tanti motivi che continuano a frenare lo sviluppo
dell'Isola vi è la forte disparità tra i territori: da un lato
la città di Cagliari, che mostra un profilo di competitività
socioeconomica tra i meno negativi del Mezzogiorno con il 34/o
posto nazionale (seconda solo a Napoli, 26/a); dall'altro, un
contesto estremamente complicato nelle altre province, sebbene
in leggero miglioramento. Nuoro è 101/a (era ultima nella
classifica precedente), Oristano103/a; Sud Sardegna 104/a,
mentre la provincia di Sassari si colloca al 74/o posto,
piuttosto indietro rispetto alle province del centro-nord ma
meglio del 75% delle province meridionali.
"Se l'obiettivo della Sardegna è quello di sostenere l'economia
di tutto il territorio, e di farlo puntando a uno sviluppo
socioeconomico equilibrato e sostenibile in grado di porre un
freno al processo di spopolamento e invecchiamento strutturale
che rischia di condannare irrimediabilmente alcuni suoi
territori, il fortissimo squilibrio che emerge dalle classifiche
provinciali deve essere preso molto sul serio - commentano Luigi
Tomasi e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e
segretario della Cna Sardegna -. È quindi compito delle
istituzioni e delle amministrazioni locali promuovere lo
sviluppo locale al fine di invertire una tendenza che appare
consolidata; se gran parte delle risorse regionali, umane ed
economiche, non hanno alternativa se non confluire verso
Cagliari e il suo hinterland e tutte le scelte di politica
economica rafforzano queste tendenze migliorando la
competitività del capoluogo, ma accelerando il declino delle
aree interne e delle province meno accessibili, la Sardegna è
condannata a una sorta di sviluppo diseguale e di impoverimento
accelerato per le aree meno fortunate". (ANSA).