(ANSA) - PALERMO, 25 MAR - La cartella emessa con
l'intestazione "Riscossione Sicilia" dopo il primo ottobre 2021
non ha nessun valore giuridico. A dichiararlo è stata la Corte
di Giustizia Tributaria di primo grado di Palermo in una
sentenza con cui annulla una pretesa fiscale di circa 350 mila
euro a un'imprenditrice. Il caso è stato seguito dagli avvocati
Alessandro Dagnino e Maria Grazia Leonardi.
La cartella, riferita a un accertamento sui modelli unici 2005 e
2006, è stata recapitata alla contribuente il 14 marzo 2022 e,
pur essendo da mesi ormai estinta Riscossione Sicilia, recava il
logo e l'intestazione dell'ex agente di riscossione piuttosto
che dell'Agenzia delle Entrate - Riscossione, l'ente subentrato
alla società siciliana.
La legge ha infatti previsto che a far data dal primo ottobre
2021 Riscossione Sicilia è estinta e cancellata d'ufficio dal
Registro delle imprese. Per il collegio presieduto dal giudice
Vincenza Lo Manto e composto dai giudici Mario Conte e Maria
Licastro, "la cartella di pagamento oggetto di impugnazione non
poteva essere emessa, notificata né posta in esecuzione, in
quanto a far data dall'1 ottobre 2021 qualunque richiesta
avanzata da Riscossione Sicilia Spa è illegittima in quanto
effettuata da soggetto giuridicamente inesistente".
"Il principio affermato dalla sentenza può avere un notevole
impatto", osserva l'avvocato Dagnino, che spiega: "Sancire la
giuridica inesistenza delle cartelle emesse da Riscossione
Sicilia e notificate dal 1° ottobre 2021 può comportare che
avverso queste cartelle è possibile proporre ricorso in ogni
tempo per farne dichiarare l'invalidità, anche oltre il termine
di sessanta giorni dalla notifica".
"Per quanto ci risulta - aggiunge il tributarista - il caso non
è isolato e molto numerosi potrebbero essere i contribuenti a
cui sono state recapitate cartelle inesistenti". (ANSA).