L'attrattività delle professioni
tecnico-scientifiche crescerà in maniera significativa da qui al
2030 (anno nel quale, in base all'agenda delle Nazioni Unite,
occorrerà trovare soluzioni comuni alle grandi sfide del
Pianeta, ndr) e a praticarle saranno persone sempre più giovani,
persone preparate 'a banda larga' e, in molti casi, donne. E, al
tempo stesso, il mondo delle professioni evolverà, così come il
ruolo degli Ordini, che saranno sempre più erogatori di servizi,
mentre procederà il percorso di innovazione tecnologica, in
particolare l'Intelligenza artificiale, che modificherà il
lavoro intellettuale, assorbendo un quarto delle attuali
occupazioni. Sono questi gli esiti dell'indagine realizzata
grazie allo studio del professor Domenico De Masi (recentemente
scomparso), presentata oggi a Roma, in occasione della giornata
inaugurale del XV congresso nazionale dei periti industriali,
organizzato dal Consiglio nazionale e dall'Ente di previdenza di
categoria, che si chiuderà domani, 22 settembre.
Per il presidente nazionale Giovanni Esposito, "è sempre più
evidente come le innovazioni tecnologiche, l'Intelligenza
artificiale tra le prime, stiano già cambiando il nostro lavoro
e lo andranno a modificare ancora", ma "la nostra categoria, con
la complicità delle riforme attuate con il Pnrr, ha già attuato
con la riforma dell'ex ministro Gaetano Manfredi una parte del
cambiamento necessario. La pubblicazione dei primi decreti che
rendono direttamente abilitanti le lauree professionalizzanti
non solo agevolano le modalità di accesso all'esercizio della
professione, ma nello stesso tempo ridefiniscono le nostre nuove
specializzazioni", aggiunge.
Per il presidente dell'Ente previdenziale (Eppi) Paolo
Bernasconi, "la principale sfida che ci attende è individuare e
implementare soluzioni e innovazioni che mantengano e sostengano
gli standard elevati che già caratterizzano l'offerta
assistenziale e il sistema" pensionistico.
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