È costata un processo penale la
protesta contro l'Inps messa in atto da un uomo di Barge
(Cuneo), a suon di mail con ingiurie e auguri di malattia e
morte. Oltre 250 i messaggi incriminati, riferiti a un problema
che aveva portato alla decurtazione della pensione di
reversibilità della madre. Solo mesi dopo si sarebbe scoperto
che il provvedimento era frutto di un errore burocratico. Nel
frattempo, però, era partita la denuncia per interruzione di
pubblico servizio.
"Il mio comportamento è stato inopportuno e maleducato, ma
cercavo solo di ottenere attenzione" ha spiegato l'imputato,
rinnovando in aula le scuse ai dipendenti dell'ente. I fatti
erano accaduti nel novembre 2020, quando gli uffici, a causa
dell'emergenza Covid, erano contattabili solo via mail. Una
circostanza che ha contribuito a motivare la richiesta di
assoluzione del pubblico ministero, comprensivo verso lo "stato
di esasperazione" dell'uomo. Il giudice ha accolto le
conclusioni e assolto l'imputato alla luce della tenuità del
fatto.
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