Nel corso del 2022 il 90% degli
aventi diritto ha ottenuto l'assegno unico e universale. Il dato
è contenuto nel XXII Rapporto annuale Inps, presentato oggi agli
studenti dell'università Aldo Moro di Bari nell'ambito
dell'iniziativa Ateneo della previdenza. Per agevolare un
migliore equilibrio fra vita familiare e lavoro, il congedo di
paternità è stato reso obbligatorio anche per i dipendenti
pubblici, mentre è stata ampliata la durata e il periodo
indennizzabile del congedo parentale. Inps rileva un aumento
"delle domande di congedo parentale sia per le mamme sia per i
papà", soprattutto "durante i periodi estivi", con l'utilizzo
che si concentra "soprattutto nella fascia di età fino a tre
anni". Le donne restano le utilizzatrici principali. Quanto al
congedo di paternità, "sebbene sia aumentato di quasi venti
punti percentuali dal 2018, raggiungendo il 64%, si posiziona -
secondo Inps - su livelli ancora distanti da quelli che
caratterizzano gli altri Stati dell'Unione europea". Passando al
reddito di cittadinanza, abrogato dalla legge di bilancio 2023,
nel 2022 ha subito un forte rallentamento. Inps evidenzia che
"il numero di percettori aveva raggiunto il valore massimo a
luglio 2021, con 1,4 milioni di nuclei familiari", mentre a
dicembre 2022 "i nuclei percettori erano circa 1,2 milioni", per
scendere a "poco più di un milione nel 2023". Inps evidenzia,
infine, che il reddito di cittadinanza è stato sostituito con
due misure: l'assegno di inclusione, dal primo gennaio 2024, e
il supporto per la formazione e il lavoro, in vigore dal primo
settembre 2023".
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