Il risultato di esercizio negativo di
9.250 milioni di euro è a fronte di previsioni assestate del
2023 che segnalavano un negativo di 6.684 milioni di euro.
Considerando le principali voci in uscita, spiega il Civ, il
bilancio prevede: una spesa per le pensioni previdenziali pari a
310.739 milioni di euro, con un incremento del 5,19% rispetto al
2023, derivante quasi esclusivamente dalle rivalutazioni delle
pensioni in essere, pari al 5%. L'incremento percentuale più
significativo delle spese riguarda il sostegno alle famiglie,
che raggiungeranno i 24.342 milioni di euro (+11,1% rispetto
all'anno precedente).
Per quanto concerne l'assegno di inclusione, è prevista una
spesa di 5.533 milioni di euro, rispetto ai 7.619 milioni di
euro a cui era ammontata l'ultima annualità del Reddito e della
Pensione di Cittadinanza. Per il Supporto per la formazione e il
lavoro, anch'esso di nuova introduzione, si prevede una spesa di
1.354 milioni di euro.
Per quanto concerne gli sgravi alle imprese si prevede, a
legislazione vigente, una riduzione da 26.800 milioni di euro a
19.700 milioni.
Il bilancio prevede inoltre spese per il funzionamento
dell'Ente pari a 4.996 milioni (-3,9% sul preventivo
consolidato 2023).
La situazione patrimoniale netta dell'Istituto alla fine
dell'esercizio 2024 si stima in positivo di 16.288 milioni di
euro, registrando un peggioramento di 4.750 milioni rispetto
alle previsioni assestate 2023.
"Il bilancio preventivo 2024 è stato redatto sulla base
degli indicatori macroeconomici contenuti nella Nadef che
prevedono per il prossimo anno una crescita moderata del Pil e
un rallentamento del trend di crescita dell'occupazione, con
effetti diretti sulle entrate contributive - sottolinea Roberto
Ghiselli, presidente del Civ dell'Inps - il bilancio recepisce
inoltre le recenti modifiche normative che avranno efficacia nel
corso dell'anno prossimo, in particolare in materia di contrasto
alla povertà e di pensioni. Va ricordato come le misure
previdenziali in via di approvazione con la legge di bilancio
porteranno ad un rallentamento dei pensionamenti, in particolare
quelli derivanti dalle forme di flessibilità in uscita (Quota
103, Opzione donna, Ape sociale)".
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