Il roadshow 'Tradizione e
Innovazione Made in Italy, i protagonisti si raccontano', arriva
a Torino. Un evento, pensato da Roberto Santori, founder della
community Made in Italy. La quarta tappa, dopo Bari, Salerno e
Modena, è stata ospitata al centro congressi dell'Unione
industriali. Hanno raccontato la loro storia imprenditoriale
Marco Boglione, fondatore e presidente di BasicNet, Antonio
Casu, amministratore delegato di Italdesign, Gaetano Adolfo
Maria di Tondo, presidente dell'Associazione Archivio Storico
Olivetti, Agostino Re Rebaudengo. presidente di Asja Ambiente
Italia e Luca Sburlati, ceo di Pattern Group. A fare gli onori
di casa il direttore dell'Unione industriali Angelo Cappetti,
che ha sottolineato come l'Unione industriali sia una "convinta
sostenitrice del Made in Italy. "A Torino siamo meno bravi a
raccontare le cose che facciamo bene, ma ci stiamo lavorando",
ha detto Cappetti. Debora Conforti, vertical leader engineering
di Manpower, ha ricordato come per il suo gruppo il Made in
Italy sia "un tema molto caro".
Ad aprire i lavori è stato Santori, che si occupa di
formazione aziendale da 25 anni. "La community Made in Italy
nasce per puro caso circa 4 anni fa da un'intuizione che ho
avuto tornando da una delle trasferte che facevo all'estero in
quel periodo - ha raccontato - .Fuori dall'Italia c'è un
percepito del Paese molto diverso". Dallo storytelling negativo
sull'Italia, spesso fatto dagli stessi italiani, ha spiegato
Santori, è nata l'idea di "provare a comunicare, fare una
controinformazione e creare un virus positivo sulle eccellenze e
il talento degli imprenditori in Italia e di quelli che sono in
giro per il mondo. Abbiamo iniziato a raccontare le storie che
ci sono dietro le imprese, le storie degli imprenditori".
"Abbiamo iniziato a raccontare la storia vissuta, il passato e
la tradizione, il presente e il futuro, questo secondo noi è
anche un modello che può aiutare moltissimo anche i giovani a
capire cosa c'è dietro un'azienda e il successo di un prodotto o
di un brand", ha aggiunto Santori.
Gabriele Albani, ceo di Teleperformance Knowledge Services,
ha presentato i risultati di una ricerca sulla percezione del
Made in Italy, dove emerge che l'88% degli italiani è disposto
ha pagare 20% in più per avere prodotti autentici e di qualità.
Il Food (78%) e il Fashion (69%) guidano la classifica dei
settori maggiormente associati al Made in Italy nello stivale,
segue il Turismo e Cultura con il 39%. Tra gli interpellati del
Piemonte, rispetto al totale dell'Italia, aumenta l'incidenza di
chi associa al Made in Italy le caratteristiche di identità
culturale con il nostro Paese (20% Piemonte contro 18% Italia) e
un processo produttivo che rispetta sempre i diritti dei
lavoratori (6% Piemonte contro 3% Italia).
La serata si è conclusa con la relazione di Paolo Fino,
docente del Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia al
Politecnico di Torino e vicepresidente di Mics (Made in Italy
Circolare e Sostenibile), che ha spiegato come "i prossimi anni
saranno chiave per lo sviluppo futuro e soprattutto per noi
italiani, se saremo capaci di sfruttare i processi di
digitalizzazione e l'intelligenza artificiale per colmare alcuni
gap con gli altri Paesi industrializzati come noi".
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