È stato interrogato oggi in Procura
a Milano per oltre due ore, su sua richiesta, Paolo Giuseppe
Concordia, collaboratore esterno con funzioni di gestione del
personale di Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria,
indagato per truffa aggravata ai danni dell'Inps sulla cassa
integrazione in deroga nel periodo del Covid, assieme alla
ministra del Turismo Daniela Santanché e al suo compagno Dimitri
Kunz.
Concordia è stato l'unico tra gli indagati a chiedere di
essere ascoltato dall'aggiunto Laura Pedio e dai pm Marina
Gravina e Luigi Luzi, dopo la chiusura di questo filone di
indagini del "pacchetto Visibilia". Ora nelle prossime
settimane, e comunque entro maggio, i pm potranno inoltrare
all'ufficio gip la richiesta di rinvio a giudizio per gli
indagati (anche due società), che dovrà essere vagliata da un
gup.
In sostanza, da quanto si è saputo, Concordia, difeso dal
legale Marcello Elia e davanti ai pm, avrebbe chiarito che da
consulente esterno lui si occupava della gestione dei pagamenti
ai dipendenti e in parte della gestione della Cig. In quel
periodo di pandemia, però, avrebbe spiegato, la situazione non
era affatto facile e c'era anche confusione normativa su ciò che
si poteva e non si poteva fare e tra smart working e cassa
integrazione. Pochi i riferimenti al ruolo di Santanchè
nell'interrogatorio, a quanto pare.
Concordia, già in dichiarazioni agli ispettori dell'Inps agli
atti delle indagini, aveva evidenziato il proprio ruolo
specifico nella gestione del personale e, dunque, anche nella
richiesta della Cig, poi ottenuta per i 13 lavoratori delle due
società Visibilia.
La senatrice di FdI è accusata anche di falso in bilancio,
assieme ad altre 16 persone e tre società, nella seconda tranche
del "pacchetto Visibilia", anche questa già chiusa, a seguito
degli accertamenti del Nucleo di polizia economico finanziaria
della Gdf.
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