"Non c'è alcun interesse che ci siano
dei settori dell'economia che vadano in default in seguito di
questo Superbonus" ha assicurato Patuelli sottolineando che
"quello che auspico e aspetto dopo le elezioni europee - è
l'invenzione di un veicolo, non all'interno del consolidamento
del bilancio dello stato, ma che possa essere in grado di
coinvolgere risorse pubbliche e private fuori dal bilancio dello
stato e che diventi acquirente dei crediti. Ma non deve essere
un veicolo di salvataggio" ha ribadito. E a tal proposito ha
detto di augurarsi che "dopo le elezioni e dopo il rinnovo dei
vertici di Cdp ci possa essere una riflessione" in tal senso.
Per quello che riguarda il superbonus, ha precisato il
presidente dell'Abi, "vorrei guardare avanti, non sono mai
retroattivo la mia preoccupazione principale è per le imprese e
le famiglie oneste che hanno intrapreso l'applicazione di questa
normativa" e al tempo stesso "la soddisfazione è quando le
autorità competenti scoprono gli imbrogli".
Per il futuro, a suo parere, c'è il problema del mercato dei
crediti fiscali "è chiaro che la norma riguarda non tutte le
tipologie degli acquirenti. Banche e assicurazioni sono i piu
grandi acquirenti di questi crediti e io mi aspetto che il
legislatore abbia previsto ulteriori acquisti". Sua convinzione
è che "i mercati debbano essere alimentati: quando si fermano le
cose vanno male per tutti". Patuelli ha ribadito infatti che "le
banche, essendo stato ridotto l'ambito di compensazione dovranno
assolutamente fermarsi nel comprare perché non possono comprare
se non possono o compensare sennò diventa una perdita. Quindi -
ha proseguito - se si fermano i maggiori acquirenti bisogna
trovare altre forme per animare il mercato sennò imprese,
famiglie e condomini possono andare in default".
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