(di Domenico Conti)
Un emendamento che attende solo di
essere presentato nel giusto 'veicolo normativo', e l'idea di
rafforzare le piccole e medie imprese convogliando verso di loro
il risparmio - da anni il 'Sacro Graal' di numerosi governi -
potrebbe presto decollare. Attraverso un 'fondo di fondi' che
vedrebbe come investitore di peso Cassa depositi e prestiti al
49%, e per la quota restante banche, assicurazioni, fondi
pensione, investitori privati. Nei fatti portando i risparmi
delle famiglie a investire, sia pure indirettamente, nelle Pmi
italiane, affette da cronica sottocapitalizzazione e dipendenza
dai prestiti bancari.
"Siamo ad un passo dal fondo dei fondi - ha annunciato il
sottosegretario all'Economia Federico Freni - che possa
investire capitale pubblico e privato insieme, con apporto di
equity". Patrimonio Destinato, lo strumento di Cdp creato nel
2021 per il sostegno e rilancio delle imprese, assieme agli
investitori privati investirebbe di volta in volta in fondi
dedicati che hanno in portafoglio determinati comparti di Pmi.
Tecnicamente non un fondo di fondi, ossia un maxi-fondo
permanente. Ma ci si avvicina: "Serve una legge, un contenitore
normativo adeguato, e siamo al lavoro con Cdp per farlo", ha
spiegato Freni a margine di un convegno organizzato da Assonext,
l'associazione delle Pmi quotate.
L'emendamento è opera del deputato leghista e membro della
Commissione Finanze, Giulio Centemero: punta ad ampliare gli
ambiti d'intervento di Patrimonio Destinato dalla sottoscrizione
di obbligazioni convertibili e aumenti di capitale, il
meccanismo degli anni di pandemia, a quella di quote, o
partecipazioni azionarie, in fondi d'investimento (come le Sgr)
che investono in azioni di società quotate: nel caso specifico
negoziate nell'Egm, il segmento di Borsa Italiana dedicato alle
Pmi.
L'emendamento di Centemero era già stato avanzato dalla Lega
in occasione del Dl Pnrr e del Dl Superbonus, ma giudicato non
pertinente e dunque messo nel cassetto. Sarà ripresentato nelle
prossime settimane, mentre dal presidente di Assonext Giovanni
Natali arriva la proposta - di consentire ai fondi pensione di
investire il loro patrimonio anche nei mercati non regolamentati
come l'Egm, finora preclusi perché più rischiosi. Magari
imponendo una soglia minima d'investimento in azioni italiane.
Convogliando così più risparmi delle famiglie verso le imprese
nazionali: è un po' il principio, più volte rivendicato dalla
premier Giorgia Meloni, dei Btp Valore rispetto al debito
pubblico. Degli oltre 170 miliardi di risparmi gestiti dai fondi
pensione italiani, "solo il 3% circa è investito sul mercato dei
capitali italiano, il resto è collocato sulle borse di altri
Paesi. Di fatto i lavoratori italiani finanziano le aziende
estere. Che fanno poi concorrenza alle nostre", ha aggiunto
Natali.
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