(v. 'Inps, controllate 109 aziende agricole...' delle ore
11:47)
"Sono dati impietosi e confermano
alcune situazioni da Far West nelle aziende agricole che
denunciamo da anni: bisogna intervenire a livello nazionale per
affermare il lavoro dignitoso e la legalità di un made in Italy
agroalimentare che sia pulito, equo, frutto di filiere tracciate
e trasparenti". E' quanto dichiara il segretario generale della
Fai-Cisl nazionale, Onofrio Rota, commentando i dati delle
ultime ispezioni in agricoltura i effettuate da Inps,
Carabinieri e Ispettorato del Lavoro.
"Dobbiamo partire da una concreta emersione dei tanti
lavoratori immigrati che, pur lavorando da anni in Italia, si
sono ritrovati in posizioni di irregolarità - sostiene il
segretario - ma anche agire con un cronoprogramma, come chiesto
al governo, per fare cose con tempi certi". Rota si riferisce a
superare la logica del click day per i decreti flussi, stoppare
le cooperative senza terra, divulgare prezzi anticaporalato,
introdurre forme di decontribuzione per le imprese che si
iscrivono alla Rete del lavoro agricolo di qualità, coinvolgere
gli enti bilaterali per un reperimento della manodopera più
tracciabile basato sul reale fabbisogno delle imprese,
utilizzare le tecnologie delle Forze dell'Ordine per meglio
incrociare i dati e infine spendere in maniera virtuosa e
trasparente i 200 milioni del Pnrr stanziati per superare i
ghetti dei braccianti. Priorità sulle quali Fai ha avuto
riscontro positivo su alcuni punti dai ministri Calderone e
Lollobrigida negli ultimi incontri, ma ora si attendono concreti
passi in avanti anche in vista della nuova convocazione per il 6
agosto presso il ministero del Lavoro.
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