"Apprendiamo, con sconcerto, che la
società in house della Camera viene fatta non per dare un
servizio migliore all'importante istituzione, ma in
contrapposizione al lavoro nelle cooperative che a detta dei
promotori sarebbe precario e sottopagato".
A dirlo è Andrea Laguardia, direttore di Legacoop Produzione
e Servizi, riferendosi alla costituzione di una società in house
per la gestione dei servizi della Camera dei Deputati.
Il direttore di Legacoop Produzione e Servizi ricorda che
"alla Camera, così come in altri enti, le cooperative
partecipano, al pari di altre tipologie di impresa, a bandi di
gara in cui vengono definiti il monte orario di lavoro e le
risorse economiche messe a disposizione per quel servizio. Negli
ultimi decenni le cooperative hanno avuto l'onore di prestare i
propri servizi, garantendo quanto era previsto dai bandi di gara
e nel rispetto delle norme sui cambi d'appalto".
"Rifiutiamo pertanto categoricamente -sottolinea Laguardia- che
il termine 'cooperativa' venga strumentalmente utilizzato come
sinonimo di precariato e lavoro sottopagato: le vere
cooperative, come tutte le imprese, applicano i ccnl di settore
e non beneficiano di nessun tipo di vantaggio economico.
Piuttosto che attaccare in modo generico una forma d'impresa che
rappresenta una parte importante del pil italiano- conclude- la
Camera si dovrebbe impegnare per promuovere leggi per il
contrasto alle false cooperative, un tema su cui da anni
sollecitiamo l'intervento pubblico".
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