"In Italia per la scuola lo Stato
spende poco e manda in cattedra docenti troppo avanti negli anni
e pagati molto meno della media dei Paesi avanzati: i dati
sulla spesa statale e sull'età anagrafica avanzata dei docenti
del nostro Paese sono presenti nel rapporto "Education at a
Glance 2024" curato dell'Ocse e pubblicato in queste ore. Il
rammarico per questa condizione della scuola italiana è alto,
sia per il ridotto apporto di soldi pubblici sia per il mancato
ricambio generazionale e sia, commenta Orizzonte Scuola, perché
"salari competitivi, insieme ad altri fattori come le
opportunità di sviluppo professionale e un carico di lavoro
sostenibile, possono contribuire a rendere la professione
docente più attraente e a garantire la qualità dell'istruzione.
L'innalzamento delle risorse pubbliche da riversare nella scuola
diventa una necessità sempre più impellente - commenta Marcello
Pacifico, presidente nazionale Anief - ancora di più se pensiamo
che i suoi insegnanti sono pagati almeno il 30% in meno dei
colleghi d'oltre confine. Per questo Anief continua a chiedere,
già con la prossima legge di bilancio, incrementi di 300 euro a
lavoratore della scuola anche per rispondere all'aumento
esponenziale del costo della vita".
"Inoltre - continua il sindacalista autonomo - come si può
pensare di investire nell'Istruzione nel momento in cui si
mandano in cattedra docenti con decenni di servizio alle spalle
e sempre più sottoposti alle patologie del burnout? Sarebbe bene
introdurre per i dipendenti della scuola lo stesso trattamento
dei lavoratori delle forze armate, dando così l'opportunità a
docenti e Ata di lasciare il lavoro anticipatamente, senza un
euro di decurtazione, attorno ai 60-62 anni anziché gli attuali
67; risolveremmo tanti problemi, ad iniziare dall'inserimento
nella scuola di tanti giovani con ricadute positive anche sulla
didattica", conclude Pacifico.
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