Gli investimenti "si fermano
quest'anno (+0,5%) e scenderanno l'anno prossimo (-1,3%)": uno
stop dopo "la robusta crescita degli anni scorsi (+21,5% nel
2021, +7,5% nel 2022 e +8,5% nel 2023)": è tra i dati dello
scenario che il centro studi di Confindustria traccia con il
rapporto di autunno sulle previsioni economiche
Gli investimenti, "nella prima metà del 2024 hanno frenato a
causa dell'azzeramento del contributo di quelli in abitazioni,
ma ha inciso anche il contributo negativo di quelli in impianti
e macchinari. Nella seconda parte dell'anno la dinamica è attesa
diventare negativa per la caduta dell'edilizia residenziale, che
si acuirà nel 2025 quando anche gli altri incentivi edilizi
saranno scaduti o torneranno alle aliquote ordinarie, e
nonostante l'impatto positivo del taglio dei tassi di
interesse".
Per gli investimenti in abitazioni un calo del 15% riporterà
nel 2025 il livello "a metà tra quelli del 2021 e del 2022,
corrispondente ai valori del 2008".
Gli economisti di via dell'Astronomia rilevano che "agiranno a
parziale compensazione le spese connesse all'implementazione del
Pnrr, che rafforzeranno gli investimenti in fabbricati non
residenziali, e la ripresa degli investimenti in impianti e
macchinari, già dalla seconda parte del 2024, che riguarderà gli
investimenti ritardati dall'attesa di Transizione 5.0, misura
che presenta alcune difficoltà applicative", come "la
dimostrazione del risparmio energetico, la non chiara
definizione delle regole di cumulo con altre misure finanziate
da risorse europee e l'esclusione dall'incentivo di una parte
del sistema produttivo in ottemperanza al principio del Do No
Significant Harm".
Su tutte le componenti degli investimenti "agiranno
positivamente sia il taglio dei tassi di interesse che le
migliori prospettive economiche".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA