Negli ultimi 5 anni la Campania ha
fatto registrare il più alto aumento di assicurati Inps, coloro
che pagano i contributi, che attualmente rappresentano il 7% sul
totale nazionale pari a circa 2 milioni di posizioni (+ 8%
rispetto al 2019), di questi oltre 500mila sono giovani under
34, +9% ovvero 42 mila posizioni rispetto al 2019. Un segnale
chiaro che evidenzia un cambio di passo nel mercato del lavoro,
che trova conferma anche nell'aumento delle settimane lavorate
41,3 nel 2023 rispetto alle 40,6 del 2019 e nella retribuzione
lorda media, di poco superiore 20mila euro pro-capite, in
crescita del 7% rispetto al 2019.
Sono alcuni dei dati del XXIII Rapporto Annuale dell'INPS
presentati oggi a Napoli presso il Dipartimento di Scienze
Sociali dell'Università degli Studi di Napoli "Federico II".
All'evento introdotto dalla direttrice del dipartimento, Dora
Gambardella, hanno portato il loro contributo Stefano Consiglio,
Presidente della Scuola delle scienze umane e sociali, il
Direttore Generale Valeria Vittimberga, Gianfranco Santoro,
Direttore centrale Studi e Ricerche di INPS, il Direttore
Centrale della Campania, Vincenzo Tedesco e il Direttore
dell'Area Metropolitana Roberto Bafundi.
Oltre all'erogazione delle pensioni, il focus dell'azione
dell'INPS sul territorio regionale e in particolare dell'area
metropolitana di Napoli è il supporto ai nuclei familiari:
l'Assegno Unico Universale è percepito da poco più di 1 milione
di figli (1.036.903) che corrispondono all'11% della platea
nazionale.
Le prestazioni che hanno consentito di superare il reddito di
cittadinanza, ADI-SFL, presentano un'incidenza geografica più
marcata in Campania e nel resto del Meridione, rispetto
all'Italia. Nei primi sei mesi del 2024, infatti, l'Assegno di
Inclusioni (ADI) registra in Campania 467mila beneficiari il 28%
del dato nazionale.
Da Napoli arrivano le rassicurazioni del presidente Gabriele
Fava sulla sostenibilità del sistema previdenziale: "Per
garantire un sistema previdenziale sostenibile, è essenziale
agire sul lato delle entrate, utilizzando diverse leve che
possano aumentare il numero di lavoratori occupati, in
particolare di giovani e donne. Dai dati del rapporto emerge che
l'occupazione giovanile è aumentata, il numero degli assicurati
INPS è cresciuto nell'ultimo quinquennio di mezzo milione, ma la
condizioni dei giovani, con carriere discontinue e retribuzioni
inferiori rispetto a quelle medie, resta una questione aperta
soprattutto nel confronto con il resto degli Stati membri
dell'Unione europea. Per questo è ai nastri di partenza una
grande campagna di educazione previdenziale"
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