Il sondaggio esamina anche la
percezione della gravità delle situazioni di abuso sulle donne
da parte dei propri partner: al primo posto viene indicato
l'impedire alla donna di uscire di casa. Seguono, impedire alla
donna di lavorare fuori casa e cercare di limitare i suoi
contatti con la famiglia di origine; il cercare di non farle
vedere i suoi amici, sminuire o prendere in giro la donna di
fronte ad altre persone; impedire alla donna di avere accesso a
conto corrente, bancomat e carta di credito; controllare il
cellulare, la mail o le telefonate e seguire la propria partner
quando esce di casa".
Riguardo ai motivi che spingono le donne vittime di abusi e
violenze a non denunciare, al primo posto c'è la paura di
ritorsioni peggiori, poi la paura per i figli, di non avere
risorse economiche per mantenere sé e i figli, che le misure
prese non siano sufficienti o adottate con tempi troppo lunghi,
il timore di non essere credute dalle forze dell'ordine e la
paura di non avere più un posto in cui vivere; la speranza che
prima o poi le violenze cessino.
Quanto alla percezione circa gli strumenti per contrastare la
violenza di genere, emerge come più efficace l'inasprimento
delle pene, poi le attività di educazione e informazione nelle
scuole, l'assistenza legale gratuita e l'istituzione del reato
di femminicidio con aumenti di pena, il monitoraggio delle forze
dell'ordine su presunti casi di violenza, l'assistenza economica
per le donne vittime di violenza, il potenziamento della rete di
case rifugio per le donne e i loro figli, l'assistenza
socio-sanitaria e psicologica in strutture specializzate per le
vittime di violenza ed i percorsi psicologici e riabilitativi
per uomini autori di violenza.
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