L'economia italiana è ferma.
Nell'ultimo trimestre dell'anno la variazione del Pil è stata
nulla - secondo quanto evidenziano i dati Istat - come già era
avvenuto nel terzo trimestre.
Anche dal mercato del lavoro arrivano segnali meno dinamici, con l'occupazione stabile che potrebbe riflettere la crescita zero in atto.
Le prospettive per
il 2025 non lasciano al momento intravedere la possibilità di
un'accelerazione significativa e anche gli obiettivi di crescita
attesi dal Governo dell'1,2% nell'anno in corso non saranno
raggiunti.
Così Confesercenti in una nota.
L'attività economica è bloccata sui livelli dello scorso giugno
e nella media del 2024 il Pil risulta così aumentato appena
dello 0,5%, la metà di quanto previsto dall'esecutivo nella Nota
di aggiornamento.
"Un andamento deludente - prosegue Confesercenti - e
cionondimeno centrato su una relativa tenuta dei consumi delle
famiglie, che secondo nostre valutazioni potrebbero essere
aumentati lo scorso anno dello 0,6%. La spesa delle famiglie
nell'ultimo trimestre dell'anno potrebbe, però, aver registrato
un lieve decremento su base congiunturale (-0,1%) e nel
complesso l'aumento rispetto al 2023 si sarebbe arrestato a 6,5
miliardi (+0,6%). Un incremento significativamente inferiore a
quello del potere d'acquisto, che riteniamo sia aumentato lo
scorso anno del 2,8% ma che le famiglie hanno prevalentemente
destinato al risparmio.
In questo quadro, il progressivo recupero degli indicatori di
fiducia consentirebbe di guardare con cauto ottimismo al 2025,
quando i consumi delle famiglie potrebbero aumentare, secondo le
nostre stime, dello 0,8% (+8,6 miliardi), ma a condizione che
l'incremento dei prezzi rimanga al di sotto del 2%. Destano
infatti, in questo senso, le rinnovate preoccupazioni per le
tensioni sui mercati energetici: se le quotazioni internazionali
dovessero restare quelle correnti, l'impatto sui prezzi al
consumo sarebbe inevitabile costringendo le famiglie a
rinunciare a 2,1 miliardi di spesa. In queste condizioni
l'aumento dei consumi nel si fermerebbe anche nel 2025 allo
0,6%" conclude Confeserceti.
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