"L'appello che rivolgiamo ai decisori politici è di uscire dalla logica dell'emergenza quando essa si concretizza, e cominciare a programmare e investire in modo strutturale per la manutenzione di un sistema infrastrutturale viario che non debba lasciare indietro nessuna parte di territorio".
E' quanto dichiara il presidente di Confindustria Toscana nord, Daniele Matteini, commentando le conseguenze dell'ondata di maltempo che nei giorni scorsi ha colpito buona parte della regione.
"Siamo certi che pianificare
interventi sia più economico che intervenire in urgenza",
aggiunge.
Con riferimento specifico alla provincia di Pistoia, Matteini
spiega come non siano ancora maturi i tempi per contare i danni,
tuttavia, "ogni evento 'acuto' scava un solco più profondo nel
tessuto già debole dei territori, i cui effetti non è facile
prevedere".
Il reticolo fluviale, viene evidenziato, ha retto l'ondata di
piena, "grazie a interventi più tempestivi e di maggior
incisività; riteniamo che questo sia il frutto dell'esperienza
maturata in occasione dei fatti del novembre 2023, che hanno
determinato una maggior conoscenza del territori". Ma la
preoccupazione, sottolinea, è data dalle frane. "Sappiamo che da
un punto di vista orografico la provincia di Pistoia presenta
una articolazione piuttosto complessa, e che oltre la metà del
territorio insiste in area montana (44%), e collinare (21%). E'
proprio in questa parte che si sono verificati il maggior numero
di interruzioni viarie e limitazioni al traffico, smottamenti,
situazioni di pericolo per vegetazione franata sulla sede
stradale. Una fragilità così evidente e diffusa insiste proprio
in territori che, dal punto di vista socio-economico sono più
deboli e che rischiano di depauperarsi ancora di più", l'allarme
lanciato da Matteini. "Nella stessa provincia - conclude - è
ormai comunque a rischio l'intero sistema viario che funge da
collegamento fra poli importanti, vedi il San Baronto, già
oggetto di preoccupazione prima delle piogge recenti, o che è
alternativo a una viabilità primaria o secondaria, come le
strade della nostra alta montagna".
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