Nel 2021 l'andamento degli Npe (Non
performing exposure) è caratterizzato dalla contrazione dei
tassi di default per i crediti concessi a famiglie e imprese. Le
previsioni però, considerato il termine delle misure di sostegno
del credito, sono di una plausibile inversione di tendenza con
un aumento del rischio nei prossimi mesi, con particolare
effetto atteso sulle piccole e medie imprese. Questo il quadro
che emerge dalla terza edizione dell'Osservatorio Npe di Cribis
Credit Management - società del gruppo Crif specializzata nella
gestione dei processi di Collection e di Npl (Non performing
loan) management - con l'obiettivo di fornire una visione
complessiva e aggiornata sul mercato degli Npe.
A dicembre 2021 le moratorie ancora in essere si attestano al
10,2% del totale attivato, mostrando come l'effetto sul
contenimento del rischio di credito abbia fatto il suo corso.
Entro il secondo semestre 2022 si prevede che il fenomeno venga
totalmente assorbito, a meno che non siano attuate nuove
iniziative per evitare potenziali shock dovuti ai recenti
sviluppi socio-economici. In particolare, l'analisi nel periodo
compreso da dicembre 2020 a dicembre 2021 mostra per le società
di capitali un tasso di default che passa dal 2,6% all'1,6%,
mentre per le persone fisiche passa dal 1,6% all'1,2%.
L'Osservatorio Npe presenta un'analisi sulle esecuzioni
mobiliari, immobiliari e sulle procedure concorsuali. Emerge
l'aumento del numero di liquidazioni giudiziali aperte rispetto
al 2020 (+18,8%). In parallelo crescono, anche se in minor
misura, i numeri delle altre procedure concorsuali (+11,6%), che
comprendono il concordato preventivo, la liquidazione coatta
amministrativa e l'amministrazione straordinaria.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA