Sono 35.480 (-3,9%) le imprese
femminili registrate delle Marche al termine del 2023, oltre
1.200 in meno a distanza di dodici mesi dalla precedente
rilevazione di fine anno. Calo dovuto al 90% (1.129 imprese) a
cancellazioni d'ufficio concentrate soprattutto in provincia di
Ancona e Ascoli Piceno. E' quanto emerge dal report diffuso da
Camera Marche in occasione dell'8 marzo, Giornata Internazionale
della Donna.
La diminuzione delle imprese femminili delle Marche ha
toccato tutte le province, ma si è particolarmente concentrata
in quelle di Ancona (9.261 imprese "rosa" al termine del 2023,
-672 rispetto a fine 2022) e di Ascoli Piceno (5.217; -392). Il
tasso di femminilizzazione più elevato nelle province di
Macerata (8.330 imprese femminili; 24,2% la loro incidenza sulle
imprese totali della provincia), e Fermo (4.583; 23,9%); mentre
nelle province di Ancona e Ascoli Piceno esso si conferma
allineato alla media regionale: 23,2%. Sotto media la provincia
Pesaro-Urbino (8.089; 21,8%).
Nelle Marche le imprese a titolarità femminile si concentrano
soprattutto nelle altre attività di servizi, con 4.058 imprese
registrate e un tasso di femminilizzazione pari a 57,5%. In un
contesto marchigiano che appare poco favorevole
all'imprenditoria giovanile, l'imprenditoria femminile fa
rilevare una quota maggiore di imprese giovanili al suo interno,
è ciò vale tanto per le Marche (8,7%) quanto per l'Italia
(10,6%).
"È evidente che esiste un ritardo culturale del nostro Paese
rispetto ai ruoli di genere, le quote rosa, i differenziali tra
i salari e credo che la situazione attuale esiga correttivi di
tipo politico, economico, sociali e di welfare", commenta
Federica Capriotti, Comitato Imprenditoria Femminile Camera
Marche. "Ma visto che sono un'imprenditrice e sono abituata a
essere ottimista e fiduciosa, credo che su queste tematiche la
strada verso un futuro migliore è stata tracciata dai Governi
europei", conclude.
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