Di seguito - sempre secondo quanto
riferisce la Camera di commercio dell'Umbria in un suo
comunicato - l'andamento in tutte le regioni.
Per percentuale di avviamenti al lavoro di immigrati sul
totale delle assunzioni programmate dalle imprese l'Umbria è
l'ottava regione. In testa ci sono Lombardia, Veneto ed
Emilia-Romagna: il 21,6% dei nuovi ingressi in Lombardia si
prevede essere di personale immigrato, così come il 21,5% in
Veneto e il 21,2% in Emilia-Romagna. Il quarto posto, con una
quota del 20,7%, è occupato dal Trentino-Alto Adige, mentre il
Lazio scivola a metà graduatoria con un'incidenza del 17,9%,
inferiore sia a quella media nazionale (19,2%), sia a quella del
Centro Italia (18,4%). Percentuali leggermente più elevate si
registrano invece in Piemonte (20,5%), Liguria (pure 20,5%),
Friuli-Venezia Giulia (20,2%), Umbria (19,9%), Toscana (19,2%) e
Valle d'Aosta (18,8%). A seguire si collocano invece Marche
(17,6%), Campania (17,3%), Abruzzo (17,3%), Puglia (16,1%),
Calabria (15,1%), Basilicata (15,0%), Sicilia (14,5%), Molise
(14,3%) e Sardegna (13,5%), con in particolare il Molise ancora
al penultimo posto in graduatoria nonostante il maggior
incremento relativo di assunzioni di immigrati previste tra il
2019 e il 2023 fra tutte le regioni d'Italia.
"Ancora più interessante è però notare - prosegue la nota -
come le otto regioni del Mezzogiorno d'Italia siano precisamente
le ultime otto per incidenza di personale immigrato sulla
domanda di lavoro delle imprese nel 2023, con inoltre le due
insulari Sardegna e Sicilia all'ultimo e al terzultimo posto
assoluto, mentre le due regioni esattamente confinanti con il
Mezzogiorno a Nord (Lazio e Marche) si collocano al nono e
decimo posto partendo dal basso".
In generale nel 2023 non emerge un forte legame tra
assunzioni di immigrati e difficoltà di reperimento del
personale.
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