Dopo qualche anno di crescita che
lo ha portato a recuperare e superare i livelli occupazionali
pre-Covid, il settore del commercio in provincia di Perugia "è
in affanno" nel 2024, con un calo degli addetti (sia familiari
che dipendenti). Quella di Terni migliora invece ancora la
performance occupazionale. Per il resto prosegue "inesorabile"
la riduzione del numero delle imprese attive del settore, anche
in questo caso con il calo più forte nella provincia di Perugia
rispetto a quella di Terni. Un problema, quest'ultimo, che
colpisce anche e soprattutto i negozi di prossimità, per cui
l'Umbria è tra le regioni del centro in cui è più difficile
raggiungere un esercizio in meno di 15 minuti, secondo la
classifica stilata dal centro studi Tagliacarne e presentata lo
scorso luglio.
Sono, in grande sintesi, alcuni degli elementi che emergono
dal report sul settore elaborato dalla Camera di commercio
dell'Umbria, basato sui dati, aggiornati al secondo trimestre
2024, del Sistema camerale.
Quanto ai motivi dell'affanno registrato in provincia di
Perugia e che in manda in negativo il risultato regionale
nonostante la crescita registrata nel ternano - rileva l'ente
camerale in un comunicato -, potrebbe esserci la fine della coda
della forte ripresa post Covid e la conseguente decelerazione
della crescita economica e dei consumi.
La flessione in provincia di Perugia ferma la crescita
dell'occupazione nel commercio umbro: in un anno risultano persi
387 addetti, frutto del calo di 557 in provincia di Perugia e
dell'aumento di 170 in quella di Terni. Se negli ultimi anni
l'occupazione nel commercio umbro era cresciuta, recuperando e
superando i livelli pre Covid, tra il secondo trimestre 2023 e
lo stesso periodo 2024 si è fermata, con una riduzione di 387
addetti (-0,7%). In altre parole, la strutturale caduta degli
addetti familiari che lavorano con lui nell'azienda, frutto
della riduzione dei negozi più piccoli - se ne sono persi in un
anno altri 585 - non è più compensata, come avveniva negli anni
scorsi, dall'aumento degli addetti dipendenti, che lavorano
nell'impresa appunto in qualità di dipendenti e non fanno parte
della famiglia.
Nella regione tra il secondo trimestre 2023 e 2024 si sono
persi 286 addetti familiari e 101 dipendenti, meno 387. Ma la
flessione si concentra in provincia di Perugia, dove ne sono
stati persi 291 familiari e 266 dipendenti, meno 557, mentre in
provincia di Terni gli addetti familiari tengono (+5) e quelli
dipendenti crescono di 165.
Prosegue poi il calo del numero delle imprese attive del
commercio, soprattutto in provincia di Perugia. A scendere di
più le aziende più piccole, come avvenuto per tutto l'ultimo
decennio e anche oltre. In un anno, tra il secondo trimestre
2023 e lo stesso periodo 2024, in Umbria nel settore del
commercio sono state perse 586 imprese attive (-457 in provincia
di Perugia, -3,3%, e -129 in quella di Terni, -2,6%), passando
da 18mila 796 a 18mila 210 (-3,1%), secondo un trend
ultradecennale che vede sparire soprattutto gli esercizi più
piccoli. Questi, considerando gli esercizi fino a un addetto,
sia familiari che non, sono scesi nel secondo trimestre 2024,
rispetto allo stesso periodo 2023, di 585 unità, con una
contrazione del 4,7%. La riduzione, peraltro, nell'ultimo anno è
stata particolarmente severa per i negozi in cui lavora solo il
titolare, che sono scesi del 23,6% (-455 esercizi).
Tra il secondo trimestre 2024 e lo stesso periodo 2014
l'occupazione nel settore commerciale umbro è cresciuta del 2,1%
(+1.171 addetti), con l'aumento concentrato in provincia di
Perugia (+1.271, +2.9%), mentre in quella di Terni sono scesi di
80 unità (-0,8%).
Nella composizione dell'occupazione umbra nel settore
commercio, nel decennio è aumentata quindi nettamente la quota
degli addetti dipendenti sui totali (dal 50,7% del 2014 al 67%
del 2024), mentre di converso scende la quota degli addetti
familiari (dal 40,3% al 33%).
Sul fronte delle imprese attive - secondo la Camera di
commercio - nel decennio se ne sono perse 2mila 258 (-11%), con
-1.735 in provincia di Perugia (-11,5%) e -523 in quella di
Terni (-9,8%). La flessione si è concentrata nelle aziende
commerciali più piccole.
Nel secondo trimestre 2024, delle 18mila 210 imprese del
commercio attive in Umbria, l'8,1% (1.474 esercizi) è costituito
da aziende in cui lavora solo il titolare, mentre quelle fino a
un addetto sono 10mila 583, il 58,1% del totale. Numerose anche
le aziende tra 2 e 5 addetti (4mila 776, il 27,1% del totale,
occupano 14mila 635 addetti, il 25,6% del totale).
Da notare che le otto imprese con oltre 500 dipendenti
operanti in Umbria occupano da sole 9mila 663 addetti
dipendenti, il 16,8% del totale degli addetti del commercio
nella regione.
Il progetto Urban Pulse 15, tramite tecniche avanzate di
geo-analyticsm calcola la quota di popolazione in grado di
raggiungere in 15 minuti a piedi almeno un negozio della grande
distribuzione organizzata (iper e supermercati, discount e
minimarket) o del piccolo commercio al dettaglio. La provincia
di Perugia è quart'ultima tra tutte quelle del Centro Italia per
accessibilità di un negozio di generi alimentari a piedi entro
quindici minuti dalla propria abitazione. Peggio fanno solo
Frosinone, Siena e Rieti. Perugia si posiziona al numero 98 su
108 province, Terni si piazza invece 74/a. In pratica, solo un
umbro su tre (soprattutto in provincia di Perugia) può fare
spesa raggiungendo a piedi in un quarto d'ora un esercizio nella
grande distribuzione mentre, per quanto riguarda i negozi di
prossimità, vi si può recare nello stesso tempo solo uno su
quattro.
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