Si' dell'Aula della Camera alle modifiche al codice sulle pari opportunità tra uomo e donna in ambito lavorativo, incentivando la presenza femminile nel mercato del lavoro e contro il cosiddetto "gender gap" nelle retribuzioni. Il testo, approvato a Montecitorio all'unanimità (393 sì, nessun contrario), passa al Senato.
Tra le innovazioni, l'istituzione della "certificazione della parità di genere", con premialità, per attestare le misure dei datori di lavoro per ridurre il divario di genere su opportunità di crescita in azienda, parità salariale, politiche di gestione delle differenze di genere e tutela della maternità.
Il testo approvato a Montecitorio mira a sostenere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e a favorire la parità retributiva tra i sessi, attraverso l'ampliamento dell'ambito soggettivo di applicazione dell'obbligo di redazione del rapporto sulla situazione del personale: sarà obbligatorio per le aziende (pubbliche e private) che impiegano più di 50 dipendenti (oggi lo è per quelle con più di 100). Vengono quindi previsti incentivi alle assunzioni, di agevolazioni fiscali, strumenti per favorire la conciliazione dei tempi di vita e dei tempi di lavoro ed un sistema di certificazione della parità di genere. Le norme, quindi, integrano la nozione di discriminazione diretta e indiretta. In particolare, vengono inseriti tra le fattispecie che danno luogo a discriminazione indiretta anche gli atti di natura organizzativa o incidenti sull'orario di lavoro che, modificando l'organizzazione delle condizioni e il tempo del lavoro, mettono o possono mettere i lavoratori di un determinato sesso in una posizione di particolare svantaggio rispetto a lavoratori dell'altro sesso.
Viene poi riconosciuto uno sgravio contributivo parziale, fino a 50mila euro all'anno, alle aziende private in possesso, al 31 dicembre dell'anno precedente a quello di riferimento, della certificazione di pari opportunità.
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