Il parlamento turco ha dato il primo parere positivo sull'ingresso della Svezia nell'Alleanza Atlantica. La commissione Esteri dell'assemblea di Ankara ha approvato in serata i protocolli di adesione per Stoccolma che il presidente Recep Tayyip Erdogan aveva firmato e inviato in parlamento già a fine ottobre. Da allora, il via libera al provvedimento non ha avuto un percorso facile e in novembre la Commissione esteri ha fermato il testo, ribadendo i dubbi sul presunto sostegno svedese a gruppi ritenuti terroristi da Ankara. La Turchia è l'unico Paese Nato, oltre all'Ungheria, a non aver ancora approvato l'allargamento. Con la decisione di oggi, arrivata dopo un dibattito in commissione durato molte ore, la fumata bianca pare sicuramente più vicina. I protocolli dovranno ora essere ratificati dalla Camera, dove il partito Akp di Erdogan detiene la maggioranza dei seggi. La votazione potrebbe avere luogo già nei prossimi giorni, prima della fine dell'anno. Nel frattempo, il segretario generale dell'Alleanza Jens Stoltenberg ha fatto sapere che "accoglie con favore" il voto. Anche il dipartimento di Stato Usa ha salutato la scelta di Ankara, auspicando che la ratifica completa da parte del parlamento possa arrivare "presto". Nelle ultime settimane Erdogan aveva discusso dell'entrata di Stoccolma nella Nato con il presidente americano Joe Biden. Il leader turco aveva anche esplicitamente legato il via libera di Ankara alla vendita di caccia F-16 dagli Usa alla Turchia, una questione in sospeso da anni su cui il Congresso di Washington non si è ancora espresso. "Sviluppi positivi da parte degli Stati Uniti riguardo alla questione degli F-16 accelereranno un parere positivo da parte del parlamento" sulla Svezia, aveva dichiarato Erdogan, affermando di aver ricevuto assicurazioni da parte di Biden e che il presidente americano vorrebbe il sì del Congresso sulla vendita dei caccia. La richiesta di acquisto degli F-16 da parte della Turchia risale al 2019, ed è arrivata in seguito all'esclusione di Ankara dal programma di cooperazione militare sui caccia F-35. Il rifiuto da parte dell'amministrazione dell'ex presidente americano Donald Trump fu opposto come segno di ritorsione dopo che Ankara decise di acquistare missili S-400 da Mosca, un sistema di Difesa ritenuto dalla Nato una minaccia alla propria sicurezza.
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