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Trovata impiccata a Lanciano, arrestato il marito 

Trovata impiccata a Lanciano, arrestato il marito 

L'omicidio nel 2022, dopo un anno e mezzo cade ipotesi suicidio 

LANCIANO, 11 gennaio 2024, 19:51

Redazione ANSA

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La villa dove vivevano Aldo Rodolfo Di Nunzio, di 71 anni, e Annamaria D 'Eliseo, 60 anni, a Lanciano - RIPRODUZIONE RISERVATA

La villa dove vivevano Aldo Rodolfo Di Nunzio, di 71 anni, e Annamaria D 'Eliseo, 60 anni, a Lanciano -     RIPRODUZIONE RISERVATA
La villa dove vivevano Aldo Rodolfo Di Nunzio, di 71 anni, e Annamaria D 'Eliseo, 60 anni, a Lanciano - RIPRODUZIONE RISERVATA

Svolta nelle indagini per la morte di Annamaria D'Eliseo, la bidella di 60 anni, trovata impiccata il 15 luglio 2022 nel garage attiguo alla villa dove abitava a Lanciano, in provincia di Chieti. Scartata la pista inizialmente seguita, quella del suicidio, dopo un anno e mezzo di indagini della magistratura, il marito della donna è stato arrestato oggi dai carabinieri per omicidio. Era stato proprio l'ex vigile del fuoco, Aldo Rodolfo Di Nunzio, di 71 anni, a raccontare a chi indagava di aver scoperto il cadavere della moglie in garage e che si trattava di un suicidio. Ma il suo racconto non ha convinto e oggi per lui sono scattate le manette. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori in base alle dichiarazioni rese all'epoca dall'uomo, il 15 luglio 2022 fu lo stesso Di Nunzio a trovare la moglie in garage, impiccata con dei cavi elettrici, a deporla a terra e a chiamare i soccorsi, poco dopo le 13. Per il marito, trattenuto per un lungo interrogatorio, si era trattato di un gesto volontario, anche se, in base agli accertamenti effettuati, non risultava che la donna soffrisse di depressione, anzi aspettava con gioia il matrimonio della figlia in programma la settimana successiva. Inoltre la bidella non aveva lasciato messaggi, e parenti e amici erano convinti che non avesse alcuna intenzione di togliersi la vita. I carabinieri hanno quindi cominciato a raccogliere elementi su una possibile messinscena. Già per due volte, prima a luglio dal gip di Lanciano, poi a ottobre al Tribunale del Riesame dell'Aquila, era stata rigettata la richiesta di custodia cautelare presentata dal procuratore capo di Lanciano, Mirvana Di Serio: l'istanza era basata sulle perizie tecniche eseguite sui cavi elettrici trovati intorno alla gola della vittima. I cavi, sottoposti a una prova di trazione, non avrebbero potuto reggere il peso della donna. In seguito a ulteriori indagini la Di Serio ha chiesto e ottenuto l'arresto dell'uomo su provvedimento del gip Massimo Canosa. Sono stati i nuovi elementi probatori a portare alla misura cautelare, grazie a supporti video ed audio. Non si esclude che nelle abitazioni vicine alla villa fossero presenti delle telecamere. Per oltre un anno e mezzo l'indagine è andata avanti tra l'ipotesi di suicidio e quella di omicidio: neppure l'autopsia aveva dipanato i dubbi. Di Nunzio - difeso dall'avvocato Silvia De Santis del foro dell'Aquila - al momento dell'arresto ha lamentato un dolore alla spalla ed è stato accompagnato dai carabinieri in Pronto soccorso. Poi una volta accertato il suo stato di salute è stato trasferito nel carcere di Lanciano.
   

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