Si chiude con la richiesta della settima rata del Pnrr da parte dell'Italia il 2024 sul fronte del Pnrr. Ulteriori 18,3 miliardi che una volta ottenuti porteranno l'Italia a quota 140 miliardi circa, ovvero oltre il 72% della richiesta complessiva.
Come nelle altre occasioni sarà necessario, per avere l'esborso da parte della Commissione Ue, il raggiungimento di ulteriori 67 obiettivi. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel ricordare i numeri del Piano sottolinea come il 2025 rappresenterà una tappa importante per la fase due dell'intero progetto, quella della messa a terra dei progetti: "È una fase cruciale - avverte Meloni - che non ammette ritardi" .
"I 67 obiettivi connessi alla settima richiesta di pagamento sono la riprova del costruttivo impegno portato avanti dal Governo, in collaborazione con la Commissione Ue e tutti i soggetti preposti all'attuazione del Piano" mette in evidenza il ministro per gli affari europei, il Pnrr e le politiche di coesione, Tommaso Foti sottolineando come si tratti "di misure fondamentali per la modernizzazione e la crescita dell'Italiaì, l'avvio degli interventi per potenziare le infrastrutture portuali, ferroviarie, stradali, urbanistiche, che sono un presupposto fondamentale per proseguire nello sviluppo del Mezzogiorno e nella concreta riduzione dei divari territoriali" Tra gli obiettivi fissati per la settima rata figurano gli investimenti per l'implementazione delle infrastrutture di trasmissione dell'energia elettrica (SA CO I.3 e Tyrrhenian link), il potenziamento della flotta di autobus e di treni a emissioni zero per il trasporto regionale, dei nodi metropolitani e dei principali collegamenti nazionali, la riqualificazione di molte stazioni ferroviarie, le misure per la cybersicurezza, l'attivazione di 480 Centrali Operative Territoriali (COT) per rafforzare le prestazioni in materia di salute pubblica, nonché gli investimenti per una migliore gestione delle risorse idriche.
Il target prevede anche il conferimento di 55.000 borse di studio agli studenti meritevoli meno abbienti per l'accesso all'Università, 7.200 borse di dottorato nei settori della ricerca, della PA e della cultura e 6.000 borse di dottorato innovative dedicate alle imprese.
Agli investimenti si aggiungono diverse riforme strategiche, come la legge sulla concorrenza, il completamento delle misure per velocizzare i pagamenti della Pubblica Amministrazione, la revisione del servizio civile universale per favorire la partecipazione dei giovani e il provvedimento sulle rinnovabili, in linea con gli ambiziosi obiettivi della nuova missione REPowerEU del Pnrr dell'Italia. Le risorse erogate complessivamente ai 27 Paesi membri da parte dell'Unione europea hanno già toccato quota 300 miliardi su un totale di 650. E, in questo contesto, l'Italia è il Paese ad aver già ricevuto di gran lunga di più, ovvero 122,2 miliardi. E' inoltre la prima ad aver chiesto la settima rata e, almeno finora, è anche uno dei pochi Paesi che sta tenendo il passo con le scadenze delle rate del Next Generation Ue. La sfida del Pnrr non è solo italiana. Dalla buona riuscita del Next Generation Ue dipende anche molto del dibattito futuro a Bruxelles sulla messa in campo di modelli simili, per la difesa comune o per rilanciare la competitività del continente. Non a caso Palazzo Berlaymont ha evidenziato nei giorni scorsi il raggiungimento di una quota importante, quello dei 300 miliardi erogati finora ai 27 Paesi membri. Anzi, ventisei, in quanto i fondi per l'Ungheria restano congelati dopo che l'Ue ha fatto sapere a Viktor Orban di non essere per nulla soddisfatta dalle modifiche richiesta su alcune leggi che, per la Commissione, confliggono con lo Stato di diritto.
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