MOSCA, 10 OTT 2006 - ''Dove sono i potenti del Cremlino?'', ha chiesto Eduard Sagalaiev, uno dei piu' illustri 'mezzi busti' della tv russa, durante la sua orazione funebre e in effetti il Cremlino ha brillato oggi per assenza alle esequie di Anna Politkovskaia, la coraggiosa giornalista indipendente freddata sabato scorso a Mosca a colpi di pistola dentro l'ascensore di casa. Nessun pezzo grosso del governo o di Russia Unita (il partitone che fa quadrato attorno al presidente Vladimir Putin) si e' presentato nel primo pomeriggio al cimitero Troekurovski per l'ultimo addio a Anna, famosa per le sue scomode inchieste-denuncia sulle tante nefandezze della guerra in Cecenia. Il potere si e' fatto rappresentare da due figure di terzo piano, un viceministro della Cultura e un vice-speaker del Senato.
Putin, lontano da casa per la visita in Germania a Dresda, ha rotto solo oggi il silenzio mantenuto finora in un conferenza stampa con il cancelliere tedesco Angela Merke. ''Un'orribile atrocita' e un crimine inaccettabile, che danneggia la Russia e chi e' al potere'' ha detto, ammettendo poi che Anna Politkovskaia '' era una severa critica del suo governo''. '' I responsabili del crimine vanno individuati, catturati e puniti'', ha aggiunto. Le esequie hanno richiamato quasi esclusivamente giornalisti ed esponenti dell'intellighenzia povera e della sparuta opposizione democratica filo-occidentale. Di ''nuovi russi'' diventati piu' o meno favolosamente ricchi dopo il crollo del comunismo nemmeno l'ombra. In tutto saranno state duemila le persone che hanno fatto pazientemente e silenziosamente la fila sotto la pioggia per potersi accalcare nel ''Reparto Tanatologico numero 12'' del cimitero, dove alle 14 la camera ardente e' stata aperta al pubblico.
Dall'Italia e' giunto apposta in visita-lampo a Mosca Marco Pannella: il leader storico dei radicali della Penisola conosceva personalmente la Politkovskaia (''una giornalista che ha spalancato i nostri occhi sulla realta' presente piu' in generale, non soltanto su quella cecena'') e ha definito ''naturale'' la sua presenza al funerale. ''Nove anni fa qui in Russia - ha dichiarato Pannella - e' stato assassinato il rappresentante del partito radicale transnazionale Andrea Tamburi. Poi abbiamo avuto Antonio Russo e tra i radicali russi ce ne sono un paio che sono scomparsi. Abbiamo anche compagni ceceni in condizioni un po' difficili. Sono venuto qui per una testimonianza. E' un dato di fatto che aumentano gli assassinati e gli assassini. Aumenta il potere degli assassini, aumenta il martirio di chi e' inerme ma non inerte''.
La brutale soppressione della giornalista ''e' la spia - ha aggiunto di una realta' europea e non soltanto russa''. Non essendo la camera ardente in grado di accogliere tutta la gente, le orazioni funebri sono incominciate verso le 15 locali quando ancora centinaia di persone stavano in coda fuori del ''Reparto Tanatologico'' con in mano un mazzo di fiori o una candela accesa. Tra i Vip schierati davanti alla bara scoperchiata, con la defunta che aveva sulla fronte una banderuola bianca come vuole la tradizione ortodossa, campeggiavano tre capofila della opposizione democratica anti-Putin - Grigori Yavlinski, Boris Nemtsov e Anatoli Ciubais - e l'ambasciatore americano a Mosca William Burns che ha spronato le autorita' a condurre un'inchiesta accurata e obiettiva sull'omicidio della celebre giornalista investigativa. ''La nostra - ha detto Viaceslav Izmailov, collega della Politkovskaia al bisettimanale Novaia Gazieta, rivolgendosi alla defunta - e' una perdita irreparabile ma faremo che cosa tu non ha avuto tempo di fare e troveremo chi ti ha ammazzata''. Nel cimitero Troekurovski, sotto un cielo cupo, con l'inverno ormai alle porte, la maggior parte della gente sembrava pero' oggi rassegnata al fatto che molto difficilmente la procura riuscira' a risalire ai mandanti e che quest'ennesimo omicidio di un giornalista (il 12esimo dall'ascesa al potere di Putin nel 2000, il 42esimo dal crollo dell'Urss nel 1991) rimarra' con ogni probabilita' impunito come quasi tutti i precedenti. Un delitto commesso per togliere di mezzo una giornalista diventata troppo ingombrante per il Cremlino? Una vendetta dello spregiudicato premier ceceno filo-russo Ramzan Kadirov o di qualche generale russo messo alla gogna per la corruzione in Cecenia? L'impresa di un demenziale gruppuscolo naziskin? O una machiavellica operazione per imbarazzare Kadirov e il suo grande protettore Putin? Anche oggi, come ieri, la stampa moscovita si sbizzarrisce in congetture e analisi e tiene banco persino l'ipotesi piuttosto fantapolitica che la Politkovskaia sia stata eliminata per mettere in cattiva luce il regime Putin e creare le premesse per un bis della ''rivoluzione arancione'' in Russia sulla falsariga di quella dell'autunno 2004 in Ucraina. In Germania per un vertice con al cancelliere tedesca Angela Merkel lo stesso Putin ha detto che ''l'abominevole assassinio'' della giornalista e' un complotto contro il governo russo. Da parte sua il tabloid 'Komsomolskaia Pravda' ha oggi raccontato che la Politkovskaia e' stata assassinata al culmine di un pedinamento in grande stile al quale hanno partecipato tre uomini e due donne filmati dalle videocamere di sorveglianza di un supermercato dove la vittima aveva fatto la spesa prima del fatale ritorno a casa. Di sicuro c'e' una sola cosa: da stasera la piu' indomita giornalista russa dell'era Putin riposa a 48 anni d'eta' accanto al padre morto due settimane fa, in un vasto cimitero a ovest di Mosca dove e' sepolto Vassili Stalin, figlio del famigerato dittatore rosso.
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