Ieri Alexis Tsipras, con echi storici, si è rivolto alla folla festante con un 'Cittadini di Atene', scatenando entusiasmi e lacrime. Oggi, quegli stessi cittadini di Atene tornano alla vita di tutti i giorni, ai problemi economici - per molti enormi - , alla scarsità di opportunità di lavoro. In via Ermou, cuore dello shopping cittadino, segnato anch'esso dalla crisi, in molti camminano più o meno di fretta in tarda mattinata. Ma qualcuno se la sente di commentare lo stato d'animo del giorno dopo: "Vediamo cosa fa.
Non è che gli abbiamo dato un assegno in bianco - dice una donna sulla trentina - Adesso dovrà mantenere le promesse. Altrimenti diverrà come quegli altri, che ad ogni elezioni promettevano che tutto sarebbe cambiato e invece continuava nello stesso modo. Anzi peggiorava". Un anziano dall'aria arrabbiata si avvicina e commenta le ultime parole, quasi urlando: "Sarà esattamente come tutti gli altri! Una volta arrivati là pensano solo ad arricchirsi, altro che cambiamenti. Ma stavolta la gente prenderà i bastoni". Più pacato Fotis, studente di economia: "Ho votato Syriza, certo, per chi altro dovevo votare? Per chi ha ridotto così la Grecia? Io francamente non penso all'Europa, al debito, a tutte le cose che ci ripetono da anni. Io li ho votati perché volevo che questo paese cambiasse, anche di poco. Non ho davvero voglia di emigrare come hanno già fatto molti miei amici. Io voglio vivere qua, ma è sempre più difficile".
Fay, sulla quarantina, lavora "nella comunicazione", ha votato per il nuovo partito di Giorgos Papandreou, che non è entrato in Parlamento, ed già è informata sull'alleanza con il partito populista di destra Greci Indipendenti. "Mi sembra una follia, ed è un pessimo inizio - osserva - Capisco la necessità di trovare un alleato, ma proprio quello? Sono d'accordo solo sulla fine del Memorandum, ma il resto? Voglio dire, alla prima questione sociale o sull'immigrazione, inizieranno a litigare furiosamente. Kammenos è un mezzo bandito, senza alcuna cultura o interesse vero nella politica. Secondo me, tra sei mesi torniamo a votare. E Syriza farà una brutta fine". Curiosamente c'è anche un quarantenne che chiede ai giornalisti di una tv francese cosa ne pensano, come andrà a finire secondo loro. L'euforia del voto ha decisamente lasciato il posto alle preoccupazioni.
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