Resta per il momento ancora un mistero il contenuto del piano di pace per il sud-est ucraino di cui Vladimir Putin, Angela Merkel e Francois Hollande hanno discusso per piu' di tre ore al Cremlino. Ieri - poco prima di un vertice a Kiev con la cancelliera tedesca e il presidente ucraino Petro Poroshenko - il leader francese aveva assicurato che la missione diplomatica franco-tedesca a Mosca sarebbe servita per avanzare una proposta "accettabile per tutti" e mettere fine al conflitto rispettando "l'integrita' territoriale" dell'Ucraina. Alla base dell'iniziativa pare che ci sia un progetto presentato a meta' gennaio proprio da Putin, ma alcuni punti di questo documento top-secret di nove pagine erano inammissibili per Kiev e per l'Ue, e qui si inserisce la mediazione di Frau Merkel e Francois Hollande.
"Noi - aveva detto la leader tedesca prima di partire - ci impegniamo a mettere fine al bagno di sangue e a far rivivere gli accordi di Minsk": gli stessi che a inizio settembre hanno portato a un cessate il fuoco in realta' troppo spesso violato e che prevedevano anche uno status speciale per il Donbass. E proprio una tregua immediata con l'arretramento delle armi pesanti e una maggiore autonomia per il tormentato sud-est sarebbero - secondo i media russi - tra i passaggi chiave Ma la linea di contatto tra le truppe di Kiev e i miliziani separatisti questa volta potrebbe essere ridisegnata tenendo conto dell'espansione dei territori controllati dai ribelli dopo l'offensiva delle ultime settimane, che e' costata a Kiev circa un migliaio di chilometri quadrati. Le autorita' tedesche negano pero' che saranno fatte concessioni territoriali ai separatisti filorussi.
Alcune fonti diplomatiche non escludono l'invio di 'forze di pace' internazionali, forse i caschi blu dell'Onu, ma su questo aspetto non c'e' chiarezza. Mosca dovrebbe inoltre garantire che i ribelli facciano tacere i cannoni. Il punto più problematico sarebbe quello sul "controllo efficace della frontiera russo-ucraina anche nelle zone controllate dai ribelli" per impedire che la Russia fornisca armi e uomini ai miliziani. Anche gli accordi di Minsk prevedevano il monitoraggio dei confini da parte dell'Osce, ma questo principio rimase lettera morta.
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