Economista 53enne, Yanis Varoufakis, la cui immagine ha fatto immediatamente il giro del mondo come il nuovo sex symbol della politica, ha guidato il ministero greco piu' delicato del governo Tsipras, quello delle Finanze.
All'indomani della vittoria del No al referendum il ministro annuncia le proprie dimissioni su Twitter e spiega sul suo blog di aver lasciato l'incarico per consentire al primo ministro, Alexis Tsipras, di stringere più facilmente un accordo con i creditori: "Considero mio dovere aiutare il premier a sfruttare come ritiene opportuno il capitale che il popolo greco ci ha garantito con il referendum di ieri", ha aggiunto l'ex ministro, "e porterò con orgoglio il disgusto dei creditori".
Classe 1961, economista (master Essex e Cambridge), di buona famiglia (il padre era un importante ex manager di Stato), un fratello giudice, che sabato aveva interpretato il ruolo del duro, mostrando la 'faccia feroce' del governo greco. Chiamato a riportare fiducia in una popolazione stremata da anni di recessione economica e dalle imposizioni della Ue, Varoufakis, corporatura da palestrato, capelli rasati, giacca di pelle, sempre a cavallo della sua Yamaha per gli spostamenti, si presenta ai greci con una frase di Dylan Thomas: "La democrazia greca oggi ha scelto di smettere di scivolare docilmente verso il buio della notte. E ha deciso di ribellarsi contro il morire della luce".
Definito un falco, il ministro delle finanze arriva a Bruxelles con l’aria minacciosa di chi vuole smascherare la Troika e la cancelliera Merkel. Si ritrova davanti il muro dell'omologo tedesco Wolfgang Schaeuble.
L'Eurogruppo a Riga lo definisce “Un perditempo, un giocatore d’azzardo, un dilettante“. Sulla Grecia "bisogna fare di più, c'è il senso d'urgenza, il tempo sta finendo, ma aprile ancora non è finito": cosi il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem.
Messo da parte il suo sorriso glamour e accattivante, dalle colonne de 'El Mundo' si era lanciato a testa bassa contro i "nemici" di Bruxelles, con toni brutalmente aggressivi. L'ultima bordata prima del voto. "Posso dire che tutto quello che sta accadendo in Grecia in questi giorni - aveva attaccato Varoufakis - lo avevano preparato fin dall'inizio, che già cinque mesi fa era pronto un piano per farla finita con un governo che non accettava di farsi ricattare 'dall'establishment' europeo".
La rabbia al posto del glamour. Addio alle foto su Paris Macht, in cui gigioneggiava abbracciato alla sua mondanissima compagna Danae Straton, sulla terrazza della sua casa con vista Partenone. Foto che lo misero in difficoltà anche in patria, decisamente in contrasto con le drammatiche condizioni di vita di tanti dei suoi elettori. E per quelle immagini arrivò a chiedere perfino scusa. In questi mesi, è stato al centro delle interminabili trattative per trovare un'intesa sostenibile sul buco dei conti di Atene. Ma a Bruxelles, ormai da tempo non godeva più di fiducia e grande stima. Tanti negoziatori facevano trapelare la loro insofferenza nei suoi confronti, a differenza di Tsipras che comunque ha sempre mantenuto un contatto, anche umano, con i vertici delle istituzioni Ue.
Questa mattina la conferenza stampa e le dimissioni, in t-shirt. Varoufakis, definito da Stern "uno che trasuda virilità classica come quella dei busti greci” e un uomo che emerge dalla massa" e da The Independent, "Sembra un buttafuori che chiede documenti, o che avrebbe potuto vendere Rolex per strada”, un futuro ancora tutto da disegnare.
E' la parabola di Yanis Varoufakis, il ministro delle Finanze che ha rotto tutti gli schemi.
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