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'Dovevo farmi esplodere allo stadio ma ci ho ripensato'

'Dovevo farmi esplodere allo stadio ma ci ho ripensato'

Salah collabora ma non vuole essere estradato in Francia

BRUXELLES, 22 marzo 2016, 15:58

Patrizia Antonini

ANSACheck

L 'ospedale di Saint-Pierre dove è stato ricoverato Salah © ANSA/EPA

L 'ospedale di Saint-Pierre dove è stato ricoverato Salah © ANSA/EPA
L 'ospedale di Saint-Pierre dove è stato ricoverato Salah © ANSA/EPA

"Volevo farmi esplodere allo Stade de France, ma ci ho ripensato". Salah Abdeslam, il super-ricercato per gli attacchi di Parigi arrestato ieri dalla polizia belga nel quartiere di Moleenbek, dove si nascondeva in una cantina, a cinquecento metri dalla casa dei genitori, ha deciso di collaborare con la magistratura ma si oppone all'estradizione in Francia. Mentre la procura di Parigi, decisa ad accelerare sulla consegna dell'unico sopravvissuto del commando kamikaze, ha emesso un nuovo mandato d'arresto.
    "Debole" e "spaventato": stridono con l'orrore dei 130 morti delle stragi di cui si è reso responsabile gli aggettivi che l'avvocato Sven Mary ha usato per descrivere lo stato d'animo di Salah prima dell'interrogatorio. Stamani è uscito alle otto dall'ospedale Saint Pierre per essere scortato agli uffici di avenue de la Couronne per l'interrogatorio del giudice istruttore.
    "Volevo farmi esplodere allo Stade de France ma ci ho ripensato", ha raccontato Abdeslam al magistrato, lasciando però in sospeso molti interrogativi, a partire dalla sua presenza nel 18/mo arrondissement il 13 novembre alle 22, dopo aver accompagnato i kamikaze allo Stade de France, ma anche quali siano state le ragioni che lo hanno spinto ad abbandonare la sua cintura esplosiva a Montrouge.
    L'avvocato Mary ha promesso la piena collaborazione del suo cliente con la giustizia belga, ma è decisamente contrario all'estradizione in Francia. "Per ora l'abbiamo rifiutata. C'è prima un dossier qui da gestire e analizzare". E poi ha aggiunto, provocatoriamente com'è nel suo stile: "Basta inginocchiarsi" e continuare con "questo senso di colpa che il Belgio sembra avere nei confronti della Francia dopo gli attentati".
    Per accelerare il processo di estradizione di Abdeslam Parigi ha però emesso un nuovo mandato d'arresto europeo. "Il rifiuto di essere consegnato alle autorità straniere non è un ostacolo all'esecuzione della consegna", ha sottolineato il ministero francese della Giustizia, che ha spiegato: la nuova misura ha lo scopo di "completare" il provvedimento del novembre 2015 per "coprire l'insieme dei fatti" imputati all'ex primula rossa.
    La decisione definitiva sulla consegna di Salah - che ora è formalmente accusato dalla giustizia belga di omicidi di stampo terroristico e partecipazione ad attività di gruppo terroristico - dovrà essere presa entro un massimo 60 giorni dall'arresto, o 90 in caso di ricorso davanti alla massima giurisdizione.
    "Faremo in modo di rispondere a questa richiesta il più favorevolmente possibile", ha assicurato il ministro degli Esteri belga Didier Reynders, che ha parlato di settimane.
    "Vinceremo la guerra contro il terrorismo", l'arresto a Bruxelles di Salah Abdeslam e di alcuni dei suoi complici è "un duro colpo" ai terroristi dello Stato islamico in Europa", ha annunciato il ministro dell'Interno francese Bernard Cazeneuve, ma la guardia resta alta, anche a Bruxelles, dove il livello di minaccia terroristica è stato confermato a tre, perché altri complici e fiancheggiatori del commando terroristico, come ad esempio Mohamed Abrini, sono ancora a piede libero.
    E mentre stanotte Salah Abdeslam trascorrerà la sua prima notte nel carcere di Bruges, l'unico ad avere una sezione di massima sicurezza, la famiglia si è detta "sollevata" per l'arresto, "sia perché è stato fermato vivo sia perché la caccia all'uomo è finita". "E' la fine di uno stato di pressione permanente", ha spiegato l'avvocato Nathalie Galliant, legale di Mohammed, il fratello di Salah.
   

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