Il nome di Najim Laachraoui può essere cancellato dalla black list dei terroristi più ricercati d'Europa. Il belga di 24 anni indicato come l'artificiere degli attentati di Parigi è morto suicida: si è fatto saltare in aria a Bruxelles. Gli inquirenti lo hanno identificato tramite il suo Dna come il secondo kamikaze dell'aeroporto di Zaventem.
Appena due giorni fa la Procura belga aveva spiccato un mandato di arresto a suo nome: le sue tracce erano state trovate sia nei covi sia, soprattutto, su almeno due cinture esplosive, quella utilizzata dall'uomo bomba Ismael Mostefai al Bataclan e quella dell'altro kamikaze con falso passaporto siriano allo Stade de France.
Colui che fino a pochi giorni fa si nascondeva dietro al falso nome di Soufiane Kayal fu uno dei primi a lasciare Bruxelles per la Siria. Era il febbraio del 2013. A nulla servirà l'esempio del fratello Mourad, campione belga di Taekwondo, medaglia d'oro al 13/o open di Tel Aviv. Il ragazzo di Schaerbeek sprofonda nella dottrina di morte dei fondamentalisti del Califfo. Quando arriva in Siria, l'Isis è ancora in fase embrionale. Il sesto di sei fratelli e sorelle dimostra subito di saperci fare, soprattutto come reclutatore di tanti giovani che si lasceranno trascinare laggiù dal lontanissimo Belgio. Per mesi lui è lì ad accoglierli e ad orientarli, prima di condannarli al martirio. Intanto, a Schaerbeek il suo nome viene radiato dalle liste municipali.
Schedato dall'Ocam, l'organo belga per l'analisi della minaccia terroristica, viene iscritto nella lista dei 'foreign fighter'. In Europa tornerà, ma solo per colpire Parigi, da clandestino, probabilmente attraverso la rotta balcanica. Era con Salah Abdeslam, in una Mercedes in affitto, quando furono fermati il 9 settembre 2015 alla frontiera tra Ungheria e Austria assieme a Mohammed Belkaid, l'uomo ucciso nel blitz della polizia a Forest. Poi si erano dileguati.
Due giorni fa, alla vigilia della strage di Bruxelles, la polizia diffonde alcune sue foto descrivendolo come il possibile "dodicesimo uomo" considerato l'artificiere del gruppo di fuoco parigino, in fuga come Mohammed Abrini, complice di Salah Abdeslam. La scoperta della sua vera identità, la successiva diffusione delle foto segnaletiche, sommate all'improvvisa esposizione mediatica e alla cattura di Salah Abdeslam, forse lo inducono ad anticipare i tempi. Nei fotogrammi della videosorveglianza di Zaventem, Najim è quello di sinistra.
Vestito di scuro procede coi bagagli imbottiti di tritolo al fianco di Ibrahim Bakraoui, l'altro kamikaze dell'aeroporto, entrambi con un guanto nero a una mano, per nascondere il detonatore. Sarà la sua ultima strage, dopo quella di Parigi. Le tracce di Dna trovate sulle cinture di almeno due dei kamikaze che si sono fatti esplodere al Bataclan e allo Stade de France lasciano supporre che sia lui l'artificiere anche se alcuni esperti dell'antiterrorismo si sono mostrati sorpresi se non perplessi. "Quella del bombarolo è una figura troppo preziosa perché possa sacrificarsi da kamikaze", osserva qualcuno alla tv francese. A meno che non si sia davanti a un'impasse. O che non ci siano altri artificieri dell'Isis in circolazione.
Il ragazzo era implicato fino all'osso. Il 26 novembre, era stato sempre lui ad affittare - dietro al falso nome di Soufiane Kayal - uno dei tanti covi della cellula dell'Isis nei pressi di Charleroi. Il padre ha testimoniato di recente alla polizia: "Non ho più notizie da tre anni", ha detto riferendosi a Najim.
Già prima che venisse identificato come il secondo kamikaze di Bruxelles la famiglia disperata fece sapere di non voler più avere alcun rapporto, anche per tutelare la carriera sportiva di Mourad. In una foto scattata ai campionati di Israele il fratello campione di Taekwondo posa orgogliosamente con la medaglia d'oro e il tricolore belga.
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