Dopo lo scandalo dei Panama Papers la Commissione Ue punta a rafforzare la sua azione contro l'evasione e l'elusione fiscale che costano all'Europa 50-70 miliardi all'anno, e assesta un nuovo colpo alle multinazionali: per loro scatterà l'obbligo della massima trasparenza e dovranno rendere pubblici i dati sulle tasse che pagano, i redditi che producono e i profitti che spostano. Una proposta che però non è piaciuta alla Confindustria europea, che vede un rischio di allontanamento degli investitori dall'Europa, e che non ha soddisfatto nemmeno le ong come Oxfam e Transparency International che non la considerano sufficiente.
Le nuove norme obbligheranno le multinazionali più grandi - con un fatturato di almeno 750 milioni di euro annui - a pubblicare sul proprio sito una serie di dati fiscali che saranno accessibili a tutti i cittadini. Dovranno rendere noto, in ogni Stato dove hanno una filiale, l'elenco dei profitti al netto delle tasse, l'ammontare delle tasse richieste e di quelle pagate, la natura delle loro attività, il numero di dipendenti, i guadagni accumulati in altro modo. Tutti i dati scanditi Paese per Paese, comprese le tasse pagate e le attività svolte negli Stati che la Ue considera paradisi fiscali. Per tutte le attività nel resto del mondo dovranno pubblicare soltanto dei dati aggregati, uno 'sconto' che non piace a Oxfam perché - sostiene - consente loro di proseguire con le attività poco chiare.
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