"Solo il Parlamento è sovrano": così Gina Miller, la donna d'affari e attivista che aveva sfidato sul piano legale il governo di Theresa May, ha esultato per il verdetto della Corte Suprema che ha dato ragione a lei e torto all'esecutivo sulla necessità di un voto preliminare delle Camere britanniche per l'avvio dei negoziati sulla Brexit.
Questo verdetto darà "una base legale alla notifica dell'articolo 50 del Trattato di Lisbona", ha insistito Miller, ribadendo di non aver voluto sabotare il risultato pro Brexit del referendum di giugno, ma solo imporre lo scrutinio del Parlamento sulla procedura di uscita. La businesswoman ha quindi ricordato che "la Gran Bretagna è un Paese libero" e si è detta "scioccata del livello di abusi personali" e minacce subite negli ultimi mesi "solo per aver posto una questione legittima" dinanzi ai giudici. Ha infine auspicato che in futuro le testimonianze di condanna di questi abusi siano più unanimi e tempestive.
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