Tra i suoi militanti si è passati dal "possiamo vincere!" al "possiamo perdere!". Fino ad oggi favorito per il ballottaggio del 7 maggio, Emmanuel Macron, il trentanovenne 'social-liberale' paladino dell'Europa vede diminuire il suo vantaggio sugli altri candidati in lizza. In questa settimana il candidato di En Marche! si gioca tutto. La candidatura è fragile. Il suo elettorato è tra i più volatili e potrebbe tradirlo in ogni momento. Tutto il contrario della sua principale sfidante, Marine Le Pen, con una base solidissima: pare che l'80% dei suoi elettori le rimarrà fedele in ogni circostanza. Osserva Jerome Sainte-Marie, dell'istituto Polling Vox: "Macron ha perso tre punti in una decina di giorni, è l'equivalente di 1 milione di voti".
Prima segretario generale di François Hollande, poi suo ministro dell'Economia, il 'rottamatore' col pallino delle riforme ha fondato un proprio Movimento, En Marche!, nel marzo 2016, per poi dimettersi dall'esecutivo socialista e candidarsi all'Eliseo. Nella fulminea carriera che lo ha portato ai vertici non è mai passato per uno scrutinio elettorale. Nelle ultime settimane, pesi massimi del governo socialista, come l'ex premier, Manuel Valls (con cui non ha mai avuto un buon rapporto) o il ministro della Difesa, Jean-Yves Le Drian, sono passati con lui scaricando il candidato socialista eletto alle primarie, Benoit Hamon, giudicato troppo a gauche. Anche Hollande ha lasciato intendere che voterà per lui, una dichiarazione che più che favorire il suo ex ministro rischia di danneggiarlo, tanto che Macron non sembra avere apprezzato. Il ragazzo di Amiens ha poi strappato il sostegno del centrista Francois Bayrou (MoDem).
Propone una società più aperta e flessibile, lontana da corporativismi e privilegi del passato, in grado di rispondere alle sfide globali. La sua convinzione è che occorra superare gli steccati ideologici e la vecchia dicotomia destra/sinistra che frenano il rilancio della République e la creazione di posti di lavoro. "Una buona idea è una buona idea, a prescindere", questo, in sintesi, il suo mantra. In questi anni non ha perso occasione per picconare i tabu della sinistra tradizionale. Il tema delle 35 ore, la settimana di lavoro ridotto, è uno dei suoi bersagli. Idem sul lavoro domenicale. Ma ha capito che per riformare davvero la Francia dei diritti acquisiti il segreto e' soltanto uno: diventare capo dello Stato. E però la vittoria non è più scontata. In molti temono che una volta varcata la soglia dell'Eliseo si riveli un Hollande 'bis', incapace di scelte nette, sempre in equilibrio tra una posizione e l'altra.
Secondo gli osservatori, tra i suoi punti deboli ci sono temi come sicurezza e lotta al terrorismo. Enfant-prodige della grande scuola ENA con la targa di "amico dei banchieri" per aver lavorato - fra l'altro - alla Rotschild, Macron è sposato con Brigitte, che era la sua prof di francese ed ha 20 anni più di lui.
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