E' diventato la sorpresa della campagna presidenziale. E' l'uomo che ha fatto corsa da solo, scegliendo di non partecipare alle primarie socialiste e che nelle ultime settimane ha conquistato popolarità e credibilità soprattutto tra i più giovani: Jean-Luc Mélenchon, 65 anni, nato a Tangeri, leader della sinistra radicale e del movimento 'France Insoumise', è riuscito a sorpassare Benoît Hamon, vincitore delle primarie socialiste che si è ritrovato nella scomoda posizione di salvatore di un partito sconquassato dalle lotte intestine e Mélenchon ne ha raccolto i voti degli elettori delusi. Non solo: negli ultimi sondaggi è riuscito a superare anche François Fillon, il candidato della destra, ponendosi come terza forza accanto alla sfida Marine Le Pen-Emmanuel Macron.
Lui va dritto per la sua strada e la sua immagine da 'ribelle' piace ai giovani, anche perché è il candidato più 'tecnologico' di tutti: grazie alla campagna sapientemente orchestrata dalla sua direttrice di comunicazione Sophia Chikirou, Mélenchon ha creato una web tv, una web radio, è onnipresente sui social network e ha puntato anche sull'ologramma per stupire e colpire gli elettori. La prima volta che lo ha fatto si trovava a Lione e il suo ologramma si trovava ad Aubervilliers, vicino a Parigi, per un comizio in simultanea. Stavolta gli effetti speciali saranno moltiplicati per 6: martedì è in calendario un comizio con lui presente fisicamente a Digione e 6 ologrammi in altre città francesi per altrettanti comizi.
Trotzkista, è un'antieuropeista convinto: ammira Fidel Castro e Hugo Chavez al punto che si è dichiarato disponibile per cooperare addirittura con l'Alleanza Bolivariana. Il suo programma spaventa i mercati allo stesso modo di quello di Marine le Pen: propone che l'età pensionabile sia abbassata a 60 anni, che l'orario di lavoro sia ridotto, vuole una tassa patrimoniale importante sui redditi alti (fino al 90%), l'abbandono da parte della Francia del nucleare e maggiore attenzione alle domande d'asilo dei migranti. E l'uscita dall'euro e dalla Nato.
Mélenchon si candida all'Eliseo per la seconda volta: nel 2012 arrivò quarto, dietro Marine Le Pen, con l'11,10% dei voti.
E' stato ministro con delega all'insegnamento professionale nel governo di Lionel Jospin tra il 2000 e il 2002, poi eurodeputato dal 2009. Discreto sulla sua vita privata, ha liquidato recentemente la questione con una battuta: "Se sono eletto, non avrete una Première Dame, perché sono single, quindi sarò un presidente meno caro".
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