Affluenza record da 20 anni a questa
parte, grazie soprattutto al voto giovanile trascinato da Jeremy
Corbyn: il dato ufficiale consolidato, quando manca un solo
collegio da contare che non può modificarlo, si attesta al
68,7%: mai cosi in alto dal 1997. Confermato poi sia per i
Conservatori di Theresa May, sia i Laburisti di Corbyn il
raggiungimento della barriera del 40%, vicino ai picchi storici
dell'era Thatcher-Major e dell'era Blair. I primi sono al 42,4%
(+5,5% dal 2015), i secondi al 40% (addirittura + 9%). Quanto
agli altri partiti, il LibDem filo-Ue, pur riconquistando
qualche deputato, restano al palo con un modesto 7,4%, cioè 0,5%
meno del già deludente risultato incassato nel 2015 dall'ex
leader Nick Clegg. Brutta botta, poi, per gli indipendentisti
scozzesi dell'Snp, che scendono al 3% nazionale (-1,7) e passano
da 56 a 35 seggi nei 59 collegi di Scozia. Ma il vero disastro è
quello dell'Ukip che, senza Nigel Farage, crollano sotto il 2%.
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