Il blackout elettrico che ha
colpito durante la notte scorsa il Venezuela ha lasciato senza
luce la capitale Caracas e 23 dei 24 Stati del paese, e i primi
annunci di normalizzazione dei servizi nell'Est del paese da
parte del governo sono stati smentiti da residenti locali sui
social.
Secondo un monitoraggio effettuato dal quotidiano Efecto
Cocuyo, sono stati colpiti dal blackout gli Stati di Anzoategui,
Aragua, Barinas, Guarico, Merida, Tachira, Trujillo, Nueva
Esparta, Apure, Delta Amacuro, Cojedes, Zulia, Yaracuy, Bolivar,
Lara, Portuguesa, Carabobo, Monagas e Sucre.
A Caracas la metropolitana ha sospeso il suo servizio, così
come l'aeroporto internazionale di Maiquetia. A causa del
blackout la rete telefonica, fissa e cellulare, e il
collegamento a Internet sono stati fortemente perturbati.
L'ente pubblico per l'energia elettrica, Corpoelec, ha
denunciato su Twitter che "hanno sabotato la generazione
elettrica a Guri", nello Stato di Bolivar, dove si trova una
delle più grandi dighe dell'America Latina, senza fornire
ulteriori dettagli, aggiungendo che "questo fa parte della
guerra elettrica contro lo Stato!" e assicurando che "non lo
permetteremo, stiamo lavorando per recuperare il servizio!".
Il ministro della Comunicazione, Jorge Rodriguez, che ha
attribuito il blackout a "un attacco tecnico e cibernetico", ha
annunciato da parte sua che "in modo eroico si è riuscito a
ristabilire il servizio elettrico al 100% nella regione
orientale del paese, e in poche ore sarà ristabilito in tutto il
territorio nazionale", ma residenti negli Stati di Monagas e
Anzoategui, nell'Est del Venezuela, hanno smentito quasi in
tempo reale il suo annuncio, informando su Twitter che erano
senza luce.
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