Lavorare "insieme" a una "soluzione" della crisi libica. È quanto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha chiesto in un colloquio "fitto e intenso" al presidente russo Vladimir Putin. Secondo quanto riferiscono fonti italiane, a margine del forum sulla Via della seta a Pechino, il premier "ha espresso a Putin la sua valutazione dell'attuale situazione in Libia e gli ha chiesto di condividere le preoccupazioni al fine di lavorare insieme a una soluzione". Il colloquio, spiegano le stesse fonti, proseguirà dopo pranzo.
"Al Sisi condivide con me le preoccupazioni che originano dallo scenario libico. Lui è molto preoccupato per i terroristi, sia per il rischio di infiltrazioni dalla Libia sia perché dalla Siria si stanno spostando terroristi: la sua forte preoccupazione è avere dentro casa formazioni terroristiche. Condividiamo medesime preoccupazioni e l'obiettivo di stabilizzazione della Libia con un percorso politico che porti a libere elezioni. Ci interroghiamo sulla modalità più efficace per raggiungerlo, questo è il punto". Lo dice il premier Giuseppe Conte a Pechino.
Conte con Al Sisi ha parlato anche del caso Regeni, esprimendo la sua insoddisfazione per lo stallo dell'inchiesta sulla morte del giovane ricercatore ucciso in Egitto nel 2016. 'Non avremo pace finché non avremo la verità', ha ribadito Conte al presidente egiziano.
Il premier si è poi detto turbato dalla lettera dei genitori del ricercatore. "Una lettera di due genitori che hanno perso un figlio in circostanze veramente terribili. Li ho voluti subito incontrare all'inizio del mio mandato e ho raccolto dettagli che mi hanno turbato sulle modalità con cui è avvenuta questa uccisione".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA