La procura generale russa ha ordinato
di ispezionare le strutture industriali considerate a rischio e
posizionate sul permafrost dopo l'incidente registrato la
settimana scorsa nella zona di Norilsk, nell'Artide russo, dove
il crollo di un serbatoio di carburante in una centrale
termoelettrica ha riversato oltre 20.000 tonnellate di gasolio
nel fiume Ambarnaya. Stando alle conclusioni preliminari, il
crollo potrebbe essere stato provocato da un "cedimento del
terreno e delle fondamenta concrete". L'incidente potrebbe
insomma essere una conseguenza dello scioglimento del permafrost
dovuto al riscaldamento globale che avrebbe fatto affondare nel
terreno i pilastri che reggevano il serbatoio. Il presidente
russo Vladimir Putin ha detto che ritiene "appropriato" che la
Norilsk Nickel "sia pronta a pagare tutte le attività"
necessarie ad arginare i danni ambientali provocati dal
l'incidente.
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