Il Cremlino ha chiesto alla Turchia di lavorare a un cessate il fuoco che interrompa le violenze tra armeni e azeri nel Nagorno-Karabakh. "Chiediamo a tutti i Paesi, soprattutto a quelli che sono nostri partner, come la Turchia, di fare di tutto per convincere le parti belligeranti a cessare il fuoco e a volgersi verso una soluzione pacifica di questo lungo conflitto con metodi politico-diplomatici", ha detto il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ripreso dalla Tass.
Il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha lanciato un appello all'Azerbaigian ed ai separatisti armeni in conflitto nel Nagorno Karabakh a "porre fine alla violenza" ed a "riprendere i negoziati il più rapidamente possibile". "Le due parti devono porre fine alle violenze e lavorare con il gruppo di Minsk per riprendere quanto prima trattative sostanziali", ha dichiarato il capo della diplomazia americana, nel secondo giorno della sua visita in Grecia.
Angela Merkel ha chiesto ai leader dell'Armenia e dell'Azerbaigian "un cessate il fuoco immediato" e un ritorno "al tavolo" delle trattative. Lo ha annunciato il portavoce Steffen Seibert in una nota, riferendo di due colloqui telefonici separati con il premier armeno Nikol Pashinjan e con il presidente azero Ilham Aliyev.
L'Azerbaigian riferisce che tra ieri notte e stamattina "intensi combattimenti" tra le forze azere e i separatisti armeni del Nagorno-Karabakh "sono proseguiti lungo l'intero fronte". Lo riporta la Tass.
Secondo l'Azerbagian, le forze armene avrebbero tentato di "riprendere le posizioni perdute" con azioni militari nelle direzioni di Fizuli-Jabrailsky e Agder-Tertersky ma sarebbero state respinte dalle truppe azere, che ora riferiscono di portare avanti un'offensiva per conquistare la cittadina di Fizuli.
"Condanno con forza l'operazione militare condotta dalle forze azere nella regione del Nagorno Karabakh. L'inaccettabile ricorso all'aggressione militare indiscriminata, che ha mietuto numerose vittime e feriti anche tra i civili, mina radicalmente le possibilità di un rilancio del processo di pace ed è una flagrante violazione del diritto internazionale e del dialogo finora condotto in sede Osce. Chiediamo a tutte le parti coinvolte di fare immediatamente un passo indietro: questa escalation militare ha le potenzialità per destabilizzare l'intera regione". Lo scrive in una nota l'europarlamentare del Movimento 5 Stelle e vicepresidente del Parlamento europeo, Fabio Massimo Castaldo. "Sono profondamente convinto che l'Ue debba levare la propria voce con forza, valutando anche la possibilità di ricorrere a sanzioni qualora vi fosse un rifiuto a interrompere le ostilità. Per questa ragione, insieme ad altri colleghi europarlamentari di varie nazionalità, ho firmato una lettera indirizzata all'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, nel quale chiediamo di profondere ogni sforzo per ottenere un immediato cessate il fuoco e il rilancio di meccanismi vincolanti per il monitoraggio delle eventuali violazioni, unico modo per ricostruire la fiducia necessaria a un processo di dialogo efficace. I valori europei del multilateralismo e della pace devono prevalere".
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