Sono i primi due articoli della Costituzione americana a regolare l'impeachment, ovvero la messa in stato di accusa del presidente degli Stati Uniti (o di altri dirigenti pubblici). Nel caso di Donald Trump, sarà il primo 'postumo', con il processo celebrato dopo la sua decadenza. Ecco come funziona.
QUANDO SCATTA L'INDAGINE. In presenza di comportamenti eccezionalmente gravi che configurano "il tradimento, la corruzione ed altri altri gravi crimini e misfatti", quest'ultimi non meglio definiti.
LA PRIMA FASE ALLA CAMERA. Alcune commissioni parlamentari si mettono a caccia di prove raccogliendo carte e testimonianze. I risultati confluiscono in commissione Giustizia che decide se le accuse sono sufficienti o meno per l'impeachment. Se sì, si va al voto a maggioranza semplice in aula. E' il voto che si è tenuto mercoledì 13 gennaio, passato con il sì di 222 democratici e 10 repubblicani.
IL PROCESSO AL SENATO. Scatta dopo che l'aula della Camera ha approvato l'impeachment. L'esame delle prove e gli interrogatori dei testimoni avvengono sotto la supervisione del presidente della Corte Suprema. Il voto finale del Senato richiede la maggioranza dei due terzi. Se l'aula vota a favore l'impeachment è definitivo, senza possibilità di appello, e il presidente deve lasciare l'incarico. Dopo la condanna il Senato può votare per un'ulteriore punizione bandendo il presidente dai pubblici uffici, come intendono fare ora i dem. In quest'ultimo caso la costituzione non stabilisce un quorum ma il Senato ha adottato finora la prassi della maggioranza semplice.
I PRECEDENTI. Solo tre presidenti nella storia Usa sono stati sottoposti a un'inchiesta formale di impeachment, tutti assolti: il repubblicano Andrew Johnson (1868), che si salvò per un solo voto dall'accusa di abuso di potere per aver tentato di rimuovere il ministro della Guerra bypassando il Congresso; il democratico Bill Clinton (1998), accusato di aver mentito e ostacolato la giustizia sulla sua relazione con la stagista Monica Lewinsky; e lo stesso Trump, incriminato per abuso di potere e ostruzione del Congresso nell'Ucrainagate. Richard Nixon invece si dimise nel '74, evitando così un sicuro impeachment per lo scandalo Watergate. Falliti i tentativi di mettere in stato di accusa George W. Bush per la guerra in Iraq.
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