STRASBURGO - La Corte europea dei diritti umani (Cedu) ha stabilito che la Turchia, licenziando un'impiegata pubblica per dei "like" messi a vari articoli pubblicati su Facebook, ha violato la sua libertà d'espressione.
Le autorità turche sostengono che la misura è stata adottata perché i "like" dell'impiegata, che era assegnata al servizio di pulizie, erano suscettibili di "disturbare la pace e la tranquillità sul posto di lavoro, dato che gli articoli contenevano accuse di stupro nei confronti di insegnanti e accuse a leader e partiti politici".
Ma nella sentenza, con un voto all'unanimità, i giudici sostengono che gli articoli riguardavano "argomenti di indiscutibile interesse pubblico", dato che contenevano "critiche politiche virulente contro supposte pratiche repressive delle autorità, appelli a manifestare per protestare contro di esse, espressioni di indignazione per l'omicidio del presidente di un ordine d'avvocati, la denuncia di presunti abusi sugli studenti nelle scuole pubbliche e una forte reazione a una dichiarazione, ritenuta sessista, di un leader religioso".
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