La quadra è tutta da trovare. I temi sul tavolo dei negoziati a Ginevra sono tanti: molti rappresentano punti di scontro, ad esempio i diritti umani e il caso Navalny, alcuni invece possono vedere una convergenza d'interessi. E le rispettive delegazioni paiono interessate a concentrarsi proprio su questi.
L'antiproliferazione nucleare e il controllo degli armamenti è senz'altro il dossier dove si potrebbe trovare più facilmente un'intesa. Joe Biden ha prolungato il trattato New START (che regola il numero delle testate nucleari di Mosca e Washington) e ha lanciato segnali importanti su possibili passi ulteriori. Il Cremlino ha accolto con soddisfazione (con Donald Trump alla Casa Bianca fu un buco nell'acqua). Qui si potrebbe aprire qualche spiraglio per un nuovo accordo sui missili a media e corta gittata (il defunto INF) e, magari, l'apertura di un tavolo sui super-vettori, le arme ipersoniche di ultima concezione. Mosca, sostengono diversi analisti, è avanti rispetto a Usa e Cina nel loro impiego e non ha pregiudizi a parlarne. Il Cremlino ha fatto capire che Biden e Putin oggi potrebbero dare il là a un percorso negoziale separato sul tema - "non sarà facile" - con indicazioni chiare sul "come e il quando" Nel campo del controllo degli armamenti l'altro aspetto molto caro al Cremlino è la regolamentazione del cyber-spazio, dove si vuole avviare un processo di de-escalation simile a quanto avvenuto per le armi atomiche negli anni Ottanta del Novecento. Molto spinoso, ma cruciale per Mosca, è poi il tema del fronte occidentale. Ovvero l'Europa dell'Est. Con l'addentellato, naturalmente, del conflitto congelato nel Donbass. L'ingresso nella Nato dell'Ucraina è fumo negli occhi per Putin. E la Bielorussia deve restare nell'area d'influenza russa. La questione è rubricata nella dicitura 'affari regionali', ma qui l'intesa sarà molto più dura (per non dire impossibile). A meno che non si resusciti il consiglio Nato-Russia. Si vedrà.
Stando alle informazioni della vigilia al vertice Putin e Biden parleranno anche di cooperazione economica, clima, Artico - sono in aumento le frizioni nel profondo nord - e lotta al coronavirus; sarà inoltre riservato spazio per Siria, Libia, Nagorno-Karabakh e l'accordo nucleare iraniano (dove pure ci potrebbero essere sorprese). Un risultato pratico, alla portata del vertice, sarebbe il ritorno nelle capitali dei rispettivi ambasciatori, John Sullivan e Anatoly Antonov, ormai lontani da diversi mesi. Il portavoce di Putin ha assicurato che i presidenti ne discuteranno. L'ultimo capitolo potrebbe essere lo scambio di alcuni detenuti 'eccellenti'. Si fanno i nomi del pilota russo Konstantin Yaroshenko (condannato per traffico di droga) e degli americani Trevor Reed e Paul Whelan. Ma sul punto - in particolare per Whelan, condannato per spionaggio - ci sarebbero ancora molte distanze da colmare.
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