Nuovi strumenti per proteggere le frontiere esterne dell'Ue di fronte ai flussi migratori, anche col finanziamento europeo di recinzioni e muri: è quanto viene chiesto dai ministri dell'Interno di una dozzina di Paesi (Austria, Cipro, Danimarca, Grecia, Lituania, Polonia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia e Rep.Slovacca) in una lettera indirizzata alla Commissione europea e alla presidenza di turno del Consiglio Ue.
Il tema del rafforzamento dei confini esterni dell'Unione è stato affrontato dalla riunione dei ministri dell'Interno dei 27 a Lussemburgo.
Nella lettera alla Commissione e alla presidenza di turno del Consiglio Ue, i 12 Paesi chiedono "nuovi strumenti che permettano di evitare, piuttosto che affrontare in seguito, le gravi conseguenze di sistemi migratori e di asilo sovraccarichi e capacità di accoglienza esaurite, che alla fine influiscono negativamente sulla fiducia nella capacità di agire con decisione quando necessario".
"Allo stesso tempo - si legge ancora in un passaggio del documento - queste soluzioni europee dovrebbero mirare a salvaguardare il sistema comune di asilo riducendo i fattori di attrazione" ('pull factors').
Spagna ribadisce: serve cooperare con i Paesi terzi
Sulla migrazione "è importante andare avanti con la dimensione interna, ma non possiamo separarla da quella esterna, cioè il rapporto di cooperazione con i Paesi di origine e transito". E' la posizione ribadita dal ministro dell'Interno spagnolo Fernando Grande-Marlaska al suo arrivo al Consiglio Ue, che ha ricordato come il punto sia comune per il gruppo dei Paesi Ue del Med5 (Italia, Spagna, Malta, Cipro e Grecia). "Occorre una cooperazione trasversale, che non sia solo mirata sulla sicurezza. E' questo il modo migliore di prevenire i flussi irregolari e lottare contro i trafficanti".
Svezia: non ci sono norme Ue contro muri a confini
"Non ci sono norme che impediscano agli Stati Ue di aumentare la propria protezione fisica o di costruire" muri o recinzioni alle frontiere. Se i governi "lo vogliono fare, sta a loro decidere". E' la reazione del ministro svedese alla Giustizia e Immigrazione, Morgan Johansson, riguardo alla lettera che 12 Stati membri hanno inviato alla Commissione europea e alla presidenza slovena di turno del Consiglio Ue, chiedendo il finanziamento delle barriere alle frontiere esterne con i fondi comunitari.
"Bisogna rafforzare la protezione dei nostri confini esterni, alcuni Stati membri hanno costruito recinzioni e strutture di protezione, ne hanno il diritto e lo posso capire. Ora però, se occorre utilizzare i fondi Ue per fare questo, devo dire no". Lo afferma la commissaria Ue agli affari interni, Ylva Johansson, al termine del Consiglio Ue, rispondendo a una domanda sulla lettera di 12 Stati membri indirizzata alla Commissione europea e alla presidenza di turno del Consiglio Ue con cui si chiede il finanziare i muri alle frontiere con i fondi europei.
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