"La Francia è determinata a fare tutto il possibile per proseguire gli sforzi di mediazione". Lo ha affermato il presidente francese, Emmanuel Macron, al termine di un incontro con l'omologo ucraino Volodymyr Zelensky. Macron ha reso omaggio al "sangue freddo" che l'Ucraina mantiene nonostante la pressione alle sue frontiere in questo periodo di crisi.
Il presidente francese che prosegue la sua maratona diplomatica, ha poi detto di avere ricevuto sia da lui sia dal presidente russo Vladimir Putin, incontrato ieri al Cremlino, l'impegno a continuare il dialogo per attuare gli accordi di Minsk e risolvere così la crisi. Il presidente francese, Emmanuel Macron, diretto a Kiev per incontrare il presidente Volodymyr Zelensky, ha affermato di aver ottenuto da Putin "che non ci sarà un'escalation" nella crisi con l'Ucraina.
Ma il Cremlino frena. La questione della garanzie di sicurezza chieste da Mosca all'Occidente non hanno ancora avuto
una risposta soddisfacente e quindi il problema "rimane aperto per la Russia e rimane anche cruciale". Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.
Gli ocvchi sono puntati adesso a Berlino sul vertice a tre Germania-Francia-Polonia.
L'ambasciata britannica a Mosca ha confermato che la ministra degli Esteri britannica Liz Truss prevede di tenere dei colloqui con il suo omologo russo Serghiei Lavrov e che i negoziati sono in programma a Mosca il 10 febbraio: lo riporta la Tass.
il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, alle commissioni congiunte Esteri e Difesa ha detto che "la crisi ucraina è al centro dell'agenda europea e internazionale del Governo. Lavoriamo per evitare il rischio preoccupante di una escalation militare. Essa si aggiungerebbe alle conseguenze già pesanti - in termini umanitari, geopolitici ed economici - di un conflitto aperto ormai da quasi un decennio ai confini dell'Europa, a soli duemila chilometri da Trieste. Un conflitto che dal 2014 a oggi ha già causato 15mila vittime tra militari, combattenti e civili; un milione e mezzo di rifugiati interni all'Ucraina, e 500mila in Russia".
"La Nato non può certamente rinunciare al principio della 'Porta aperta' e agli impegni verso Kiev e Tbilisi assunti nel 2008 al Vertice di Bucarest, che consentono l'entrata dell'Ucraina e della Georgia in un momento futuro. Sappiamo tuttavia che questa è una 'linea rossa' per Mosca", ha aggiunto Di Maio,. "D'altro canto è ancora incompleto - ha aggiunto - il percorso di riforme interne che Kiev dovrà attuare per avvicinarsi agli standard Nato".
"Stiamo interagendo costantemente con i nostri partner per definire un pacchetto di misure sostenibili, graduali e proporzionali", ha precisato. "Stiamo lavorando in ambito europeo a un impianto di possibili sanzioni di varia natura e intensità, che siano improntate a efficacia e fermezza nel segnalare a Mosca gli elevatissimi costi e le conseguenze che una sua offensiva recherebbe" e che "siano direttamente collegate a sviluppi concreti e oggettivi sul terreno".