Dichiarata patrimonio dell'Umanità nel 1990, l'imponente cattedrale di Santa Sofia a Kiev, orgoglio e vanto della città con le sue cupole in oro e verde, gli edifici monastici e la laura di Kievo Pechersk, è il simbolo della millenaria capitale ucraina e dell'unità del Paese, al primo posto nei tesori da non perdere in tutte le guide turistiche. Nei secoli ha subito attacchi, spoliazioni, incendi. Ma se davvero i russi dovessero bombardarla come ha denunciato oggi l'ambasciata ucraina presso la Santa Sede, il mondo perderebbe per sempre uno dei suoi tesori. La sua costruzione, avviata nel 1037, si deve a Jaroslav il Saggio (1016-1054). Il padre, Vladimir I Svjatoslavic di Kiev, si era convertito al cristianesimo nel 988 abbracciando il rito ortodosso e aveva fatto costruire una prima chiesa dedicata alla Vergine (crollata due secoli più tardi). Jaroslav a sua volta ne fece costruire un' altra ben più grande, prendendo il nome dalla Santa Sofia di Costantinopoli voluta 500 anni prima dall'imperatore Giustiniano. Per rendere possibile l'impresa vennero chiamate maestranze bizantine e operai locali e i lavori si protrassero per vent'anni. Eretta sul colle più alto della città al crocevia delle quattro principali vie di ingresso a Kiev, la nuova chiesa doveva colpire immediatamente i pellegrini per la sua grandiosità. Così era allora ed è ancora oggi, sebbene l'aspetto attuale dell'edificio risalga al 1700, quando la chiesa fu oggetto di un'importante ristrutturazione. Le dipendenze monastiche che la affiancano furono costruite a partire dal 1663, inizialmente in legno e poi, dopo che un incendio le aveva distrutte, in pietra. Santa Sofia con la sua magnificenza era il luogo dell'incoronazione dei principi ucraini. E' qui che all'inizio del '700 Pietro I il Grande festeggiò la vittoria sugli svedesi. E sempre nel corso del XVIII secolo, vennero costruiti il campanile, il Palazzo Metropolitano, un seminario, la porta ovest, la torre di ingresso sud e nuove dipendenze. Dietro all'alto campanile a quattro piani, sovrastato da una cupola a bulbo dorata, risplendono le 12 cupole più piccole costruite in uno stile che ricorda il barocco. L'interno della chiesa, concepita come una basilica a 5 navate, si ispira invece alle antiche chiese russe e custodisce gli splendidi mosaici dell'XI secolo in stile bizantino, che coprono complessivamente 260 mq di superficie, oltre a numerosi affreschi, annoverati tra i migliori esempi dell'arte bizantina. Dopo la rivoluzione del 1917 il governo russo ne aveva deciso la distruzione, evitata solo grazie all'appello di storici e scienziati. Nel 1934, le autorità sovietiche confiscarono il complesso trasformandolo in museo. Oggi l'intero complesso è un museo della cristianità ucraina.
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