Migliaia di bielorussi in guerra a fianco dell'Ucraina contro le truppe russe. L'ultimo in ordine di tempo a partire in direzione di Mariupol è il battaglione intitolato al rivoluzionario ottocentesco Kastus Kalinouski, scrive su Twitter Franak Viačorka, consigliere della leader bielorussa in esilio Svetlana Tikhanovskaya, nemica giurata del presidente Aleksandr Lukashenko. "Molti bielorussi stanno sostenendo l'esercito ucraino, si stanno unendo in massa alla difesa del Paese", racconta Viačorka.
A prendere le armi a fianco di Kiev sono gli oppositori ed esuli bielorussi, quelli che considerano Lukashenko "una marionetta di Vladimir Putin". E' il popolo costretto a fuggire dal suo Paese e a riparare in parte in Ucraina dopo le manifestazioni antigovernative in Bielorussia nel 2020 e 2021, che portarono a una brutale repressione e a detenzioni di massa.
Lo stesso che guarda con speranza al ritorno della Tikhanovskaya, leader dell'opposizione che decise di candidarsi al posto del marito Sergeij Tikhanovsky dopo il suo arresto e che ora è in esilio a Vilnius, in Lituania.
Proprio gli esuli bielorussi hanno formato la prima unità di combattenti stranieri per l'Ucraina, raccogliendo l'appello del presidente Zelensky per una brigata internazionale contro la Russia. La maggior parte di loro si muove a fianco delle unità di difesa territoriale a caccia di sabotatori e spie di Mosca.
Altri sono a Kiev e a Mariupol: tutti indossano fasce gialle intorno alle braccia che li rendono riconoscibili come parte della resistenza ucraina. Ma portano anche uniformi militari o lo stemma dell'opposizione bielorussa: un cavaliere che impugna una spada.
"Il nostro lavoro qui è parte della resistenza bielorussa", racconta Olek Aleshko, 33 anni di Minsk, che ha lasciato il suo Paese dopo le repressioni e ora vive a Odessa. "È pericoloso lì - dice - se torno indietro sarò arrestato perché Lukashenko è una marionetta del regime autoritario di Putin. I dissidenti vengono oppressi, ecco perché me ne sono andato".
In soccorso dell'Ucraina partono anche giovanissimi. Per Gleb Gunko, 18 anni, originario di Minsk che ora vive a Grojec, in Polonia, la guerra in Ucraina sarà un battesimo: "Vado non solo per sostenere l'Ucraina ma anche per combattere per la Bielorussia", afferma all'Afp. "Perché la nostra libertà dipende anche dalla situazione che c'è lì e da quello che succede ora".
Anche Gleb ha dovuto abbandonare la sua casa durante la feroce campagna di repressione degli oppositori scatenata all'indomani della rielezione di Lukashenko.
Altri combattenti stranieri dalla Bielorussia sono partiti due giorni fa in direzione della capitale ucraina dalla città occidentale di Leopoli: "Combatteremo per l'indipendenza dell'Ucraina. Perché sappiamo molto bene che se l'Ucraina non è indipendente, la Bielorussia non sarà indipendente in futuro", commenta Pawel Kulazhanka, l'uomo alla testa del battaglione.
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