Il centro storico di Varsavia si tinge di giallo-blu. I colori dell'Ucraina dipingono le strade di ciottoli che attraversano il quartiere blindato per la visita del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. L'area attorno al palazzo presidenziale polacco, nel cuore della capitale, è off-limits e l'accesso è consentito solo a giornalisti e reporter giunti da ogni parte del mondo. Sotto il massimo controllo anche la zona dello Stadio nazionale, al di là della Vistola, dove domani è previsto l'incontro di Biden con alcuni dei rifugiati.
Seduta su una panchina, un'anziana accetta offerte in cambio di spille e bandiere ucraine, mentre sul palo della luce al suo fianco sventola il vessillo giallorosso della città di Varsavia.
L'ennesima dimostrazione di solidarietà e vicinanza del popolo polacco nei confronti di chi continua a fuggire dalla guerra e che, proprio in Polonia, ha trovato rifugio nei numerosi centri di accoglienza predisposti da governo e comune. I turisti sono costretti a improbabili gimkane tra le transenne disposte lungo tutto il percorso che, domani, porterà Biden in visita ad Andrzej Duda, che oggi ha fatto il punto dell'emergenza rifugiati con il presidente statunitense alla base militare di Rzeszow, a pochi chilometri dal confine ucraino.
"C'è poco da dire - confessa un turista spagnolo incuriosito dal dispiegamento degli agenti di polizia in centro -. E' tutto surreale e incredibile che si stia discutendo di una guerra nel cuore dell'Europa nel 2022". Poco più in là c'è una guida che sta descrivendo minuziosamente i dettagli dell'opera architettonica che costituisce il palazzo presidenziale. Poi si ferma e tranquillizza: "Non preoccupatevi, tutta questa polizia è qui per la visita di Biden". Il proprietario di uno dei tanti ristoranti che sorgono in centro guarda sconsolato la situazione e si chiede dove siano i clienti. "Cosa penso della visita di Biden? Onestamente penso che la Nato debba fare di più", replica mentre sulla televisione del ristorante arrivano le immagini del presidente Usa che scende dall'Air Force One all'aeroporto di Rzeszow.
Qualche ora dopo, il presidente sbarca a Varsavia, con la città paralizzata per consentire alla colonna dei mezzi di raggiungere l'hotel Marriott, a due passi dal palazzo della Cultura e della Scienza, nel cuore della città. E proprio lì, ai piedi di uno dei simboli della capitale polacca, centinaia di manifestanti si sono ritrovati al tramonto per chiedere alla Nato di "chiudere i cieli sull'Ucraina". Dalla piazza si sono alzati cori contro l'"assassino Putin" e tanti inni di sostegno all'esercito e al governo ucraino. A manifestare non soltanto polacchi, ma tante, tantissime, donne ucraine con la bandiera gialloblu a sventolare nel cielo. "Non posso pensare che non ci sia un posto sicuro nel mio Paese", si legge su uno dei cartelli sorretti da una ragazza ucraina. Un uomo, invece, sorregge un manifesto con un chiaro messaggio rivolto all'alleanza atlantica: "Basta promesse, è ora di agire". All'arrivo di Biden i manifestanti si posizionano a bordo strada, mentre una ragazza, avvolta nella bandiera ucraina, alza al cielo l'ennesimo cartello contro quello che ormai si è conquistato il poco onorevole nomignolo di "Putler".
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